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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2014 alle ore 12:57.

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Chiara Manzoni è mancata alla sua famiglia e ai colleghi di Radiocor e del gruppo Il Sole 24 Ore da due anni, agli inizi di luglio 2012. Ma nessuno la dimentica e, soprattutto, non la vuole dimenticare.

Chiara, scomparsa improvvisamente poco più che quarantenne, si occupava di borsa e di finanza, in particolare di assicurazioni e di risparmio gestito e, come ogni giornalista di agenzia, sapeva spaziare su tutti gli argomenti dell’economia. Conosceva a fondo i mercati finanziari e il realismo spietato della speculazione, quella brutalità di giudizio degli operatori e degli analisti che spinge le quotazioni al rialzo quando un grande gruppo annuncia licenziamenti.

Chiara sapeva scavare nelle pagine dei bilanci e tra le sue fonti quando le vicende finanziarie si intrecciano con la cronaca giudiziaria, come purtroppo troppo volte è successo in Italia. I suoi erano pezzi di cronaca e quindi di verità, ma Chiara, nel fondo della sua coscienza, giudicava e si chiedeva perché.

Suo marito, Fabio Bonizzoni, musicista, quando passa in redazione, chiede lumi su come sta andando il mondo della finanza, “mi mancano le spiegazioni e i racconti di mia moglie”, dice cercando aggiornamenti. E noi spieghiamo che forse qualcosa è cambiato, la responsabilità sociale, dopo i grandi scandali, sta entrando nel Dna delle imprese che fanno crescere uffici dedicati al tema, si approfondisce l’argomento con libri e convegni. Anche nella politica qualcosa si muove. Ma non nascondiamo a Fabio, che vive del mondo dell'arte e della bellezza, che, accanto a chi lavora perché la parola etica non sia solo uno slogan, rimangono le operazioni “carosello”, le truffe, le ferite all'ambiente, le tangenti, i prodotti finanziari a rischio, i superstipendi e tutti quei fenomeni che ancora riempiono le cronache. Fatti che poi determinano, a breve o a medio termine, conseguenze sconvolgenti sulla vita di tutti, eventi ancora troppo spesso frutto della mancanza di regole più che del comportamenti di irresponsabili, che possono essere fermati.

Fabio, ancora assieme a Chiara, con i concerti programmati nei luoghi chiave della finanza milanesi, ci chiedono semplicemente di sederci ad ascoltare le brevi riflessioni di chi parlerà del dialogo tra mondi lontani della musica e della finanza, dei rapporti tra musica e potere, del ruolo del mecenatismo per l'arte. E riflettere, nella bellezza più pura, sulle note di Bach, Handel e Purcell. “Parole e musica per una finanza più chiara”, senza maiuscole.

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