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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2014 alle ore 08:20.

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Forse solo nel caso di Maria Elena Boschi ci si concentra su “chi l'ha messa lì” quanto lo si fa per Pete Nowalk. Ha 36 anni, che in un'industria dello spettacolo non ammuffita non sono pochissimi per avere un telefilm col tuo nome sotto l'ambita definizione «creato da». È l'età giusta. È un maschio bianco che ha appena esordito come creatore di una serie sua dopo avere, da quando ne aveva 25, lavorato come sceneggiatore e produttore in serie altrui.

Solo che “altrui” sta per un nome solo: Shonda Rhimes. Che è una donna (prima quota protetta); nera (seconda quota); e pure obesa (terza componente di intoccabilità ricattatoria: se mi critichi, è perché pensi che le femmine debbano essere innanzitutto decorative). Pete Nowalk è solo gay, non basta per essere incriticabile.

Immaginate la scena a sesso e colore invertiti: se una donna nera avesse, dopo un decennio di gavetta, avuto una chance di firmare il proprio telefilm, saremmo obbligati a fare considerazioni meritocratiche sugli avvenimenti. Tanto più che la serie è un successo: all'esordio sulla Abc, How To Get Away With Murder ha totalizzato 14 milioni di spettatori, una cifra enorme nell'era della frammentazione da tv via cavo. E invece non c'è un articolo, neanche i più benevoli, che non indichi disinvoltamente Nowalk come protégé della signora Rhimes. Immaginate se Pete fosse Petra. Immaginate un'autrice di cui si scriva disinvoltamente che è la protetta del più noto produttore. Immaginate i senonoraquandismi.

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Al momento in cui scrivo, l'incazzosissima Shonda non ha ancora strigliato quelli che danno al suo protetto del protetto. È stata impegnata a strigliare chi le dava dell'incazzosa. Una settimana prima della messa in onda, Alessandra Stanley del New York Times ha recensito la prima puntata di HTGAWM ignorando il povero Nowalk e occupandosi solo della produttrice (così più famosa da venire considerata autrice). Ha applicato alla signora Rhimes una parafrasi del titolo, «Come farla franca in caso d'omicidio», teorizzando che dovrebbe scrivere un'autobiografia intitolata Come farla franca se sei una nera incazzosa. Non l'avesse mai fatto.

Mezzo mondo dello spettacolo, da Kerry Washington a Lena Dunham, ha espresso ira in 140 caratteri (sì, insomma: ci hanno fatto dei tweet); la stessa Rhimes ha detto all'Hollywood Reporter che è stato un bel promemoria di come stiano davvero le cose, «leggere tanti pregiudizi razziali e misogini scritti da una donna in un giornale che consideriamo di sinistra». Al lordo di una così diffusa indignazione, diventa difficile, una volta vista la serie, dire che beh, non è che poi quell'articolo avesse tuttissimi i torti. Nel ruolo di Annalise Keating, docente di diritto penale che usa gli studenti per risolvere i casi di cui è avvocato difensore, Viola Davis è molte cose. È una donna di quelle che solo i gay e le donne scrivono come protagoniste e non come antagoniste: senza smancerie, senza tendenza a spiegarsi né a scusarsi. È un personaggio complicato al centro di un giallo inizialmente nebulosissimo. È un'esponente della principale tendenza di plot nota agli habitué di Shonda Rhimes: quella per cui, all'interno di un numero chiuso di personaggi ricorrenti, entro mezza dozzina di puntate tutti saranno andati a letto con tutti, o almeno avranno preso in considerazione l'idea. Ma soprattutto, immediatamente ed evidentemente, è una nera incazzosa. Certo, che sia nera è un dettaglio: parte della rivoluzione televisiva – in termini di razze e sessualità – di Shonda Rhimes sta nel non considerare il colore rilevante. In Grey's Anatomy, Miranda era scritta come una biondina e Cristina come una nera, e poi sono state interpretate rispettivamente da una nera e da una coreana. E gli studenti della professoressa Keating (omonima opposta del prof dell'Attimo fuggente) sono tutti spietati: bianchi, neri, gay ed etero. Resta il fatto che Viola Davis sarà pure nera per caso, ma è decisamente incazzosa. Ma, plausibilmente, solo fino al mattino dopo: quando le portano dati d'ascolto da quattordici milioni.

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