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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2014 alle ore 08:15.

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Non si erano mai fatti i vertici mondiali. Questo antenato del G20 non si riunì mai formalmente, sostituito da una miriade di incontri segreti e commissioni di lavoro regionali. Ai molti tavoli viennesi ci si rivedeva dopo il ballo, senza mai aver riposto la sciabola nel fodero. Sulla questione della confederazione tedesca, la spartizione, o la cancellazione della Sassonia si rischiò due volte la guerra generale tra gli alleati vincitori. Si rischiò una terza volta il conflitto, quando Talleyrand riuscì, il 3 gennaio 1815, a costruire un'alleanza segreta con inglesi e austriaci contro russi e prussiani.
Rileggiamo, dunque, i vecchi libri sul congresso di Vienna, da Guglielmo Ferrero e Henry Kissinger, ma apriamo su Google Play Books le memorie postume di Talleyrand, quelle meditate di Metternich, i ricordi di Nesselrode, le lettere di Castlereagh, gli appunti del segretario Gentz, perché nulla sostituisce il fascino, il gusto di rileggere i libri di memorie, che saranno pur di parte, ma che ci restituiscono la prospettiva delle motivazioni e delle alternative, delle biforcazioni possibili che dal congresso di Vienna, in un groviglio di sentieri, conducono fino a oggi.
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