Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2014 alle ore 08:14.

My24

L'ultimo Eurobarometro (Special 419), pubblicato poche settimana fa, è dedicato alla «Percezione pubblica della scienza, della ricerca e dell'innovazione» presso i cittadini di venti paesi dell'Unione Europea. Il dato più significativo che riguarda l'Italia è che il campione intervistato risulta, tra quelli dei venti paesi considerati, il più pessimista sul futuro, cioè sulla capacità delle decisioni e soprattutto delle innovazioni tecnologiche e scientifiche di migliorare le cose. I sociologi hanno testato in quali paesi si dichiara di aver studiato scienza e tecnologia nei curricula scolastici (prevalgono Estonia e Polonia), e quali sono considerate priorità verso cui andrebbero indirizzate innovazione e ricerca; infine se ci si aspettano miglioramenti nell'arco dei prossimi quindici anni in diversi campi, che vanno dai cambiamenti climatici, alla sicurezza personale, dall'energia, all'alimentazione, alla salute, alla riduzione delle diseguaglianze, all'istruzione o alla qualità della vita domestica, eccetera. Il 30% del campione italiano ritiene che la priorità verso cui indirizzare le innovazioni scientifiche e tecnologiche sia la creazione di occupazione, seguita dalle cure mediche e sanitarie. Sono effettivamente, anche se nell'ordine inverso, le priorità più gettonate dalla maggioranza dei venti paesi. Ma i paesi nordici mettono al primo posto cambiamenti climatici, protezione ambientale e fornitura di energia. È agghiacciante il fatto che l'Italia consideri come di minore importanza tra tutti gli investimenti quelli per istruzione e l'acquisizione di capacità lavorative. Come si possa pensare di creare lavoro investendo in scienza e tecnologia, senza mettere l'istruzione e l'acquisizione di competenze in posizione rilevante, non si capisce. Ma il dato che più colpisce è che mentre i paesi nordeuropei si aspettano che le innovazioni scientifiche e tecnologiche avranno un impatto positivo in tutti i settori, tranne che per quanto riguarda la riduzione delle diseguaglianze, l'Italia, insieme all'Austria, è il paese dove regolarmente ci si aspettano meno ricadute positive.
Che cosa significa il dato registrato dal l'Eurobarometro non ci vuole molto a capirlo: siamo in declino, causa del fatto che da circa mezzo secolo siamo governati da una classe politica sviluppatasi come sistema di potere auroreferenziale. Il Paese è stato svuotato delle risorse intellettuali ed etiche per competere tra le economie della conoscenza. Le poche competenze coltivate sono concentrate su come organizzare pervasivamente la burocrazia e produrre una giurisprudenza bizantina, e perciò avulse da quello che succede di nuovo nel mondo che produce e migliora. Nondimeno la classe politica, cioè i fallimenti sin qui registrati sono espressione della scarsa qualità civile e cognitiva della cittadinanza italiana. Ma si fa quel che si deve, e allora proviamo a dire ancora una volta cosa servirebbe per rimettere in piedi questo Paese. Semplice: studiare!
Per esempio cercando di capire da parte degli economisti che i modelli econometrici con cui essi oggi si ragiona di crescita economica sono in larga parte epistemologicamente obsoleti. Sono utili a gestire gli equilibri, anche perché li cercano a priori. Ma in questo modo contrastano i cambiamenti, che sono sempre allontanamenti dall'equilibrio. Il fatto è che negli ultimi cinquant'anni, e almeno dopo l'Hayek di Ordine sensoriale e il Simon dell'Architettura della complessità, ha altrettanto poco senso ragionare sull'economia senza guardare alla biologia evolutiva e alla neurobiologia, quanto poco ne ha di senso pensare che la crescita e l'innovazione scientifica possano fare a meno di un economia che almeno in linea di principio sia fondata sul libero mercato.
E si viene allora al secondo volume che Riccardo Viale ha dedicato alle ricadute metodologiche o più in generale epistemologiche prodotte dalle scienze cognitive, anche per il tramite delle scoperte prodotte dalla contaminazione costante tra teorie economiche ed evoluzionistiche o neuroscientifiche in diversi ambiti anche della ricerca economica sperimentale.
Il libro di Viale è suddiviso in quattro parti. La prima discute lo stato delle ricerche sperimentale sullo sviluppo e il funzionamento della categoria cognitiva di causalità. La seconda parte affronta lo stato del dibattito sui fondamenti cognitivi della razionalità scientifica, con alcune interessanti messe a punto sugli approcci evoluzionistici e neuroscientifici al problema della creatività nell'ambito, sia della scienza sia dell'arte. La terza parte del libro tratta di politica della ricerca ed epistemologia sociale, e propone l'idea di «mercato epistemologico competitivo» per enfatizzare la comune radice, cioè la logica della competizione guidata dai vantaggi adattativi, dei cambiamenti conoscitivi e dei cambiamenti economici. La quarta parte, infine, ragiona di innovazione e trasferimento di conoscenza, e vi si richiama la necessità, per predire lo sviluppo organizzativo e istituzionale della capitalizzazione della conoscenza, di studiare e capire le caratteristiche epistemologiche, cognitive e comportamentali della conoscenza umana. La ricerca di Viale è davvero troppo onnicomprensiva per potersi riassumere nello spazio di una recensione. Del resto il cognitivismo metodologico ha preso forma in uno spazio largamente interdisciplinare, dove nel secondo dopoguerra si è cercato di trasferire maggiore funzionalità e verosimiglianza ai modi della ricerca nel campo soprattutto delle scienze umane. Qualunque scelta o decisione umana è fondata sull'attività cognitiva di una razionalità che è limitata e che elabora, nel processo di computazione della scelta, premesse le quali contengono indicazioni dei possibili obiettivi di interesse o preferiti, e degli strumenti a cui si può ricorrere per raggiungerli. In questa chiave, il cognitivismo metodologico proposto da Viale affonda le proprie radici in alcune delle più solide conoscenze scientifiche e le più intelligenti prospettive filosofiche della ricerca intellettuale sulla natura e le migliori potenzialità umane.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi