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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2014 alle ore 20:46.
L'ultima modifica è del 07 novembre 2014 alle ore 13:20.

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A 66 anni, quasi 50 di musica sulle spalle, tra una carriera caratterizzata da successi straordinari e frenate improvvise e una vicenda umana passata anche attraverso una controversa conversione all'Islam, Mr. Steven Demetre Georgiu sa ancora come si fa. È senza dubbio lui il protagonista di questa settimana di musica dal vivo, sia che lo vogliate chiamare Yusuf, nome che si è dato dopo essere rinato nella fede, sia che per voi resti sempre quell'affascinante menestrello fok, chioma riccia e barba folta, ritratto sul rovescio di copertina di «Tea for the Tillerman».

Dopo la standing ovation di Sanremo, Cat Stevens torna sullo Stivale martedì 11 novembre al Forum di Assago, con l'unica esibizione italiana del «Peace Train… Late again Tour». Il live act ruoterà intorno a «Tell'em I'm gone», suo nuovo album in studio pubblicato a ottobre per Legacy Records dopo cinque anni di silenzio. Registrato tra Los Angeles, Dubai, Bruxelles e Londra, il disco contiene dieci incisioni di cui cinque brani originali e cinque cover accuratamente selezionate dal repertorio blues su cui il nostro si è formato. Tutto frutto della collaborazione con musicisti di spessore internazionale come Richard Thompson, Charlie Musselwhite, Bonnie «Prince» Billy, Tinariwen e il chitarrista Matt Sweeney. L'album è stato prodotto da Yusuf a quattro mani con Rick Rubin e mixato in collaborazione con Paul Samwell-Smith.

Stessa location ma un giorno d'anticipo rispetto al concerto di Cat Stevens per un altro artista di grande richiamo, il polistrumentista americano Lenny Kravitz che a settembre ha dato alle stampe «Strut», decimo album in studio trainato dai singoli «The Chamber», «Sex» e «Strut» con la loro robustissima copertura radiofonica. Piatto forte del live show, quell'efficacissima miscela di rock, pop, soul e funky che ha fatto dell'ormai cinquantenne Kravitz un punto di riferimento della scena mainstream contemporanea, partendo da «Let love rule», hit che lo lanciò alla fine degli anni Ottanta, e passando per tormentoni come «It ain't over till it's over» o cavalcate heavy come «Are you gonna go my way».

Chi ama atmosfere più compassate, sabato 8 novembre all'Unipol Arena di Casalecchio di Reno (Bologna), potrà optare per l'esibizione di Michael Bublé, crooner canadese di origine (e cittadinanza) italiana che nel nuovo millennio ha reso di nuovo trendy lo swing delle big band, reinterpretando pietre miliari della musica occidentale come la «Moondance» di Van Morrison. Se si parla di bestseller contemporanei, pochi vantano i numeri di John Legend, esponente di punta del nuovo r'n'b a stelle e strisce che l'11 novembre sarà al Teatro Sistina di Roma e il 12 al Gran Teatro Geox di Padova. Il 2014 si è rivelato per lui un anno ricco di successi, in virtù dell'exploit da 1,2 milioni di copie del suo ultimo album «Love in the Future» - uscito a fine anno scorso e appena ristampato da Sony in special edition - e dei suoi concerti negli Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone e Indonesia andati tutti sold-out. Successo live in preventivo anche per le due date italiane.

Anche sul versante jazzistico c'è un bestseller ambulante: il pianista e «contaminatore» Robert Glasper che ha incantato pubblico e critica con i due capitoli (e mezzo, considerando anche i remix) della saga «Black Radio». Suonerà il 12 novembre al Bravo Jazz Club di Bologna, il 13 all'Accademia di Conegliano (Treviso), il 14 al Modo di Salerno, il 15 al Moody di Foggia, il 16 al Manzoni di Milano e il 17 all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Di grande spessore il calendario del Blue Note di Milano, con due date (11 e 12 novembre) per il trio che riunisce Jack DeJohnette, Ravi Coltrane e Matthew Garrison, il live act di John McLaughlin e i 4th Dimension il 13, e due serate (14 e 15 novembre) con i Level 42, esponenti della new wave britannica che negli anni Ottanta fecero non poco rumore anche qui con hit come «Something about you». Appuntamento cult, in ultimo, alla Mostra d'Oltremare di Napoli con la kermesse «Napoli Dea Madre» e le esibizioni di Cristina Branco (domenica 9), Amal Murkus (lunedì 10) e Fiorenza Calogero (martedì 11). Ognuna delle interpreti presenterà un recital che è specchio delle origini eppure ogni volta costante dialogo con i ritmi e le sonorità attuali. Tamburi, chitarre, contrabbassi, oud, costumi rituali, saranno l'immaginario e lo scenario in cui si svilupperanno le singole performance che potranno essere arricchite da duetti.

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