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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2014 alle ore 11:13.

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Agghiacciante nella sua tessitura elegante e cannibalesca, si apre con il rintronante suono delle sirene antiaeree il baratro di “Magda e lo spavento” al Teatro ì. Eccoli i due protagonisti, impudichi nei loro abiti sfarzosi, fantasmi terrificanti di un passato inciso con inchiostro indelebile nella memoria collettiva: Magda Goebbles e Adolf Hitler . L'infanticida e il genocida ci invitano, pifferai magici del male al cubo, a curiosare oltre lo schermatura velata del bunker, dove si consuma l'ultimo atto della loro mattanza esistenziale. Si conclude con loro la trilogia del progetto drammaturgico “Innamorate dello spavento” tratta dai testi di Massimo Sgorbani, dopo la cagna Blondi e Eva Braun, stavolta tocca a Magda danzare con la morte, intrappolata nelle maglie dell'insana devozione amorosa per il mostro.

Nel salottino del terrore tutto è manovrato con abilità dalla regia di Renzo Martinelli immersa in un atmosfera di surreale ironia trafitta da schiocchi e bagliori schizofrenici. I gesti irrequieti e repentini scandiscono i dialoghi farneticanti, la parabola del Fuhrer e della devota Frau diventa degna di surclassare il più orrifico fantasy. Nel covo estremo, i due raccapriccianti criminali duettano sadicamente sornioni in stile Ginger e Fred, inscenando un macabro cartoon, Walt Disney, genio assoluto per il despota in frac, diventa paradossalmente lo spunto e la chiave di lettura del delirio nazistico. Biancaneve e i Sette nani, Topolino, Paperino, Pluto, Pierino Porcospino, fanno a sorpresa capolino tra i fragori di una guerra da macigno, parole come tenerezza e bellezza, si mescolano al cinico volto del razzismo all'ennesima potenza.

Tra filastrocche, siparietti, ombre cinesi, le teorie naziste trasformano i nani in spregevoli esseri deformi, solo custodi temporanei del fulgore di Biancaneve che scapperà a gambe levate con il principe azzurro rigorosamente ariano, Topolino e Paperino benché simpatici in esseri spregevoli e inferiori, in un crescendo di assatanato estremismo e surreale reinterpretazione della realtà. A officiare questo sabba conficcato nei meandri della follia psicotica in una prova di grande fisicità e talento l'indomita Federica Fracassi si conferma attrice fuoriclasse.

Magda in balia del famelico dittatore immolerà i sei piccoli incolpevoli figli, con loro periranno tutti i carnefici di questa indicibile storia tra le esalazioni mandorlate di cianuro. Nessuna eternità si augura quel satanasso di Adolf, sogna di eclissarsi per sempre nel fumo della cremazione, per non dover essere costretto a ingoiare e vomitare in eterno i milioni di morti che assalgono la sua depravata coscienza.

“Magda e lo spavento” da “Innamorate dello spavento” di Massimo Sgorbani. Regia di Renzo Martinelli. Drammaturgia di Francesca Garolla. Suono di Fabio Cinicola. Luci Mattia Pace. Interpreti: Federica Fracassi e Milutin Dapcevic. Produzione Teatro ì. In scena fino al 1 dicembre- Teatro ì- Milano

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