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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2014 alle ore 08:16.

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All'origine del rinnovato interesse degli studiosi per il tema della governance nei fallimenti sta indubbiamente la portata innovativa delle riforme succedutesi nell'ultimo decennio, che hanno modificato i rapporti di forza fra gli organi a essi preposti, assegnando a quelli non giudiziari (curatore, comitato dei creditori) il ruolo di baricentro della gestione degli asset dell'impresa fallita.
Sembra altresì evidente come nella redistribuzione delle funzioni tra organi giudiziari (tribunale, giudice delegato) e non, si rifletta il ribaltamento degli schemi pubblicistici operato dalle leggi di riforma, anche se il quadro normativo che ridefinisce la struttura e la disciplina lato sensu organizzativa degli organi non giudiziari suscita non poche perplessità, specie per quanto riguarda l'effettività e rappresentatività del comitato dei creditori.
Al riguardo recenti esperienze hanno segnalato le notevoli difficoltà di dar vita a tale organo nei fallimenti di piccole dimensioni, dove è arduo trovare creditori disposti ad assumere l'ufficio, gratuito e foriero di gravi responsabilità, di membro del comitato. Sicché, là dove non si riesca a costituirlo, sarà il giudice a integrare la volontà del curatore mediante il potere di autorizzazione, facendo rivivere surrettiziamente direttive di vecchio stampo.
Sotto altro profilo preoccupazioni di non poco conto derivano dal fatto che nei fallimenti di grosse dimensioni il comitato è in pratica eterodiretto dai creditori di maggior peso, quali le banche, le compagnie di assicurazione, le società finanziarie, così che le sue scelte finiscono con l'essere condizionate dagli interessi di queste ultime, quasi mai coincidenti con quelli della massa dei piccoli creditori.
Questi, additati solo di scorcio, alcuni dei nodi problematici dai quali si può partire per riflettere sull'importanza del libro di Luigi Abete sul tema degli organi fallimentari. Una ricerca documentatissima, una miniera di notizie lungamente meditata e scritta con la chiara visione della meta da raggiungere, ma che serve anche a misurare il cammino che l'autore ha percorso nel campo dei processi concorsuali, sia come colto e operoso magistrato, sia come giurista di riconosciuto prestigio. Verso dove? Verrebbe da chiedersi. E la risposta chiama in causa la tensione, accentuatasi con le cennate riforme, tra le ragioni dell'autonomia e quelle dell'eteronomia, un amalgama irrisolto di liberismo e statalismo che nella rimodulazione dei rapporti di potere tra gli organi preposti al fallimento rivela la sua aporia costitutiva.
Ed è proprio su questo versante che si costituisce il maggior interesse della monografia perché l'autore, senza chiudersi nel linguaggio degli specialisti, talora preclusivo persino nei confronti degli addetti ai lavori, indirizza lo sguardo ben oltre le soluzioni giurisprudenziali acquisite, proponendone volta per volta una lettura problematica, nel segno di un meditato rifiuto di postulati e giudizi che nel tempo possono mutare. Consapevole che il diritto si sviluppa giorno dopo giorno, attimo per attimo, e dovere del giudice non è soltanto quello di interpretare scrupolosamente la legge, ma di non rimanere indifferente alle evoluzioni della vita associata.
Se così è, se la partita, tutta intera, si gioca non già all'interno di un'esperienza astrattamente intesa, ma concreta, molteplice e variabile, il libro di Abete rappresenta una guida sicura al servizio di tutti coloro che quotidianamente percorrono le tortuose strade del diritto fallimentare nelle aule di giustizia, assai lontane dalle stanze dell'accademia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Luigi Abete, Gli organi del fallimento, Giuffrè, Milano, pagg. 396, € 49,00
domani alla bocconi
Domani a Milano, all'università Bocconi (Sala Stampa Aula Magna,
via Roentgen 1) ci sarà la conferenza stampa di presentazione del Rapporto Oasi sullo stato di salute della Sanità italiana e della survey «Vota il tuo scenario sul futuro della sanità italiana», organizzato da Cergas Bocconi, SDA Bocconi, Bayer. Tra i temi affrontati
nel Rapporto di quest'anno: il Ssn come volano dell'economia; turismo della salute; ricerca clinica; chiusura o riconversione di piccoli ospedali.

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