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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2014 alle ore 14:14.

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Una foto di scena di Fidelio di Ludwig van Beethoven (Ansa)Una foto di scena di Fidelio di Ludwig van Beethoven (Ansa)

Si pronuncia tutta d'un fiato: “la-Prima-della-Scala”. Immutata, nonostante i cambiamenti nella storia, nel costume, nella gestione dei teatri d'opera. Lei rimane: amplificata e glorificata, ambita da un pubblico eterogeneo e trasversale.

Si stima che questa sera, dalle ore 18, a seguire in diretta il Fidelio di Beethoven scelto da Daniel Barenboim come saluto di congedo da direttore principale, ci saranno (tra sala, Radio3, Rai5 e cinema) un milione di spettatori. Il numero è imponente: testimonia il permanente valore del Teatro milanese, ma anche la sete di cultura alta, di qualità. Non è un titolo facile, Fidelio. Unicum, nel catalogo per la scena del compositore, è misto di commedia e tragedia, storia d'amore e storia civile. Corale e con Arie sublimi. Da ascoltare con pari attenzione sulla buca d'orchestra e sulle voci. Intriso di una spiritualità mai esibita. Beethoven recuperò la forma popolare del “Singspiel”, dove si alternavano parola e canto. Perché voleva farsi capire, e non solo divertire ma anche far pensare.

Assenti il presidente della Repubblica Napolitano e il premier Renzi, nel palco reale saranno stasera ospiti del sindaco Pisapia il presidente del Senato Grasso, il ministro della Cultura Franceschini, il presidente della Regione Maroni. In forse l'Inno. Seimila le rose regalate dai fioristi milanesi addobberanno la sala. Salutate da un tripudio di sciarpe sventolate in palcoscenico, nel finale della regia di Deborah Warner. Sul sito della Scala (www.teatroallascala.org) da non perdere lo streaming in diretta da dietro le quinte: per la prima volta, si potrà vedere come si costruisce “la-Prima-della-Scala”.

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