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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2014 alle ore 08:14.
A due anni dalla sua scomparsa uno dei modi per ricordarlo è provare a interrogarci sul significato di quel suo peculiare modo di fare storia delle idee, troppo sbrigativamente appiattito su autori come Arthur Lovejoy che pure lui contribuì a far conoscere in Italia. Ma che sono distanti dalle immagini del mondo che tanto lo appassionavano. Un mondo in cui le idee viaggiano senza protezione per labirinti e selve, per vie nascoste e sotterranee, che si trovano in uno stato sempre precario e di perenne contaminazione, pronte a essere travolte da conflitti mondiali oppure a vivere in una calma solo apparente.
Così, se volessimo tracciare una mappa europea delle origini della modernità, con particolare riferimento alle scienze matematiche, astronomiche e fisiche, ci troveremmo di fronte a una serie impressionante di isole e frontiere, di zone di confine e territori ostili governati da leggi molto diverse tra loro. La scienza moderna è figlia dell'impurezza e nasce dalla concorrenza tra tante individualità che neppure per un minuto pensano di allearsi e combattere insieme la loro battaglia di rinnovamento. È a posteriori che noi vediamo un partito dei moderni, perché è la nostra idea di modernità che sovrapponiamo al corso degli eventi reali.
Non era questo in fondo il senso di una sua ricorrente affermazione, e cioè che la nascita della scienza moderna non è nata nella quiete dei campus? È quello che avremmo desiderato, ma così non è stato. La storia non segue i nostri sogni epistemologici. Possiamo anche usarli per cercare di mettere un po' d'ordine nel mondo caotico che ci circonda, ma sapendo che sono modelli fittizi, ben lontani dal rappresentare la complessità del reale. «Ai grandi racconti dei filosofi c'è una sola tesi da contrapporre: quella della varietà che è irriducibile all'unità, quella del totale non-senso della riduzione a unità di tutto ciò che accade».
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il convegno a pisa
La scienza e la filosofia dei moderni, è il tema del convegno in onore dello storico Paolo Rossi, scomparso il 14 gennaio del 2012, in programma dal 10 al 12 dicembre a Pisa e promosso da Scuola Normale di Pisa, Fondazione Balzan Premio e Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento. Introducono: Fabio Beltram, Salvatore Veca, Michele Ciliberto. Intervengono: Pietro Secchi, Marco Matteoli, Ilenia Russo, Salvatore Carannante, Luisa Brotto, Nicola Panichi, Annarita Angelini, Chiara Petrolini, Giuliano Mori, Santo Burgio, Natacha Fabbri, Pasquale Terracciano, Antonio Lamarra, Yamina Oudai Celso, Matteo Borri, Massimo Bucciantini, Simonetta Bassi, Maurizio Cambi, Floriano Martino.
Per informazioni tel 050.509407 e info@filosofia.sns.it