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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2014 alle ore 16:17.
L'ultima modifica è del 12 dicembre 2014 alle ore 16:19.

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Appuntamento fino a domani a Vatolla, frazione di Perdifumo in provincia di Salerno, nel cuore del Parco nazionale del Cilento, con il primo meeting nazionale sulla “Resilienza Rurale”.
A ideare e animare l'evento è la Fondazione Giambattista Vico, presieduta da Vincenzo Pepe. In questo borgo, che si affaccia sui golfi di Salerno e Napoli, si trova la sede storica della Fondazione Giambattista Vico, in Palazzo De Vargas. Ed è in questo antico castello che il giovane filosofo napoletano giunse come precettore nella nobile famiglia Rocca, e potè maturare il suo pensiero ed elaborare la “Scienza Nuova”, sua opera massima, che ispirò l'illuminismo e quindi le correnti filosofiche contemporanee.

«Da tempo - ricorda Vincenzo Pepe - la Fondazione Vico si dedica allo sviluppo locale con progetti innovativi che hanno contribuito ad avviare il processo di recupero degli elementi della biodiversità del territorio e delle diversità etno-antropologiche che nei secoli hanno generato un patrimonio di conoscenze e un equilibrio eco sistemico che nel Cilento ha dato vita, tra l’altro, alla Dieta mediterranea: non solo un regime alimentare, ma un insieme di fattori culturali e identitari che vanno preservati e riconsiderati anche in funzione della valorizzazione delle filiere produttive storiche».

«Anche il Cilento, come altre aree rurali d'Italia e d'Europa, soffre oggi la piaga della desertificazione sociale - continua Pepe -. Infatti un galoppante spopolamento sta mettendo a rischio l'idea stessa di futuro per comunità un tempo floride. La mancanza di politiche efficaci e la corsa alla globalizzazione stanno velocizzando questo processo che impedisce a migliaia di famiglie e soprattutto ai giovani di usufruire delle immense opportunità offerte dall’economia rurale, specie se legata alle tradizioni e all'eccellenza, anche grazie all'innovazione che potrebbe consentire di vivere una ruralità non emarginata, ma che si candida come motore del fenomeno ‘g-local'».

«La spinta - conclude Pepe - deve venire da una spontanea maturazione delle comunità rurali che devono impegnarsi nell'attuare percorsi sociali innovativi volti al ripristino delle funzioni produttive storiche dei borghi e delle connessioni territoriali. E questo fenomeno necessita di una capacità di adattamento alle difficoltà e di uno slancio reattivo non remissivo. Questa è, in pratica, la “resilienza”. La stessa ricetta è stata indicata, nel 2013, dal direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), José Graziano da Silva, per i così detti “Paesi fragili”».

La “tre giorni” in corso a Vatolla, nel Salernitano, fino al 13 dicembre, vede un fitto calendario di convegni, seminari, formazione, tra cui un training sull'europrogettazione ed uno sulla social innovation.
L'intero paese sarà invaso, nelle diverse location attivate, di mercatini resilienti, di stand degli operatori pubblici e privati che mostreranno il loro percorso resiliente. Saranno presentati i risultati degli studi inerenti gli elementi della biodiversità cilentana e i progetti innovativi delle Società di Sviluppo. Sarà allestito anche un padiglione del gusto, dove si potranno assaporare piatti tipici della ruralità cilentana.
Non mancheranno testimonial di eccezione, rappresentanti del mondo politico e della cultura, tra cui lo scrittore Marcello Veneziani e il giornalista Alessandro Cecchi Paone.

Al termine del meeting verrà redatto e sottoscritto un protocollo sulla resilienza rurale che mira a diventare un modello replicabile ed una buona pratica europea da cui cogliere spunto nelle azioni della programmazione 2014/2020.

Primo meeting nazionale sulla «Resilienza rurale»
Fino al 13 dicembre 2014 a Vatolla - Perdifumo- (SA)
dalle 10:00 alle 22:00

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