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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2014 alle ore 12:10.

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È arrivato in Italia il secondo romanzo di Kim Thúy, “Nidi di rondine”, che segue a distanza di quattro anni quello del suo esordio “Riva”. Sono due romanzi che hanno in comune storie di approdi, reali o metaforici, a una vita nuova, storie per lo più di donne che vivono realtà complesse e prove importanti per poter rinascere a nuova esistenza.

In “Riva” Kim Thúy, di origine vietnamita emigrata in Canada da molti anni, narra storie di migrazioni legate alla sua storia di vita: dopo la guerra in Vietnam viene mandata nei campi di rieducazione fino alla fuga clandestina per la Malesia. E in duecento in un barchino, con il terrore del mare e dei pirati, vanno verso un campo profughi in attesa di una nuova possibilità che arriverà con il trasferimento in Canada, dove tutto è nuovamente da ricostruire. Ma ci saranno incontri e persone che saranno una mano tesa per una nuova dignità: una mano tesa con abiti, cibo, una lingua nuova, un sorriso.

In “Nidi di rondine”, la vita è quella in Canada, una vita di donne, vietnamite e canadesi, che si incontrano e uniscono le loro strade. È un libro molto particolare nella sua forma di narrazione e di scrittura, quasi una scrittura frantumata, come nel precedente, che sembra sempre alla ricerca di completare quel puzzle che è la vita tra presente e ricordi e futuro. Si possono individuare in “Nidi di rondine” quattro grandi temi che spesso si intersecano: l'amore, la lingua, la storia e la cucina.

Il luogo in cui questi quattro temi convivono è nei nidi di rondine, una ricetta prelibata e rara di cui si parla verso la metà del libro. In questa ricetta vi è l'amore, quello materno soprattutto ma anche quello filiale e amoroso, la storia, in quanto questa ricetta nasce da una tradizione che si tramanda da secoli, le storie, di chi porterà avanti questa ricetta raccontandola come fa Thúy, la lingua, in quanto nasce in lingua vietnamita e viene poi mescolata con termini francesi e ingredienti francesi, e la cucina, luogo sacro di incontri e rinascita.

L'incrocio tra culture, lingue, storia e amori crea in “Nidi di rondine” quel collante da cui le storie prendono avvio e si nutrono, diviene il filo conduttore di una scrittura spezzata e a talvolta dolorosa nel suo guardare al passato: “le tradizioni culinarie si trasmettevano di nascosto, come numeri di magia fra maestro e apprendista, un gesto alla volta, al ritmo della quotidianità”. È un romanzo testimonianza di sopravvivenza, storie per lo più di donne che testimoniano come un passato duro possa dare elementi per ricostruire una vita e sorridere.

Kim Thúy
“Nidi di rondine”
Nottetempo, 2014
Pagg. 156, euro 14

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