Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2014 alle ore 08:51.

My24
Il filosofo Ludwing Wittgenstein (1889-1951)Il filosofo Ludwing Wittgenstein (1889-1951)

Valori morali, bellezza, conoscenza, coscienza, verità, numeri, mondi ipotetici..., non vanno compresi come arredamento metafisico del mondo, né dichiarati «illusori»: vanno compresi come aspetti del comportamento di noi stessi, esseri naturali in un mondo naturale. Questo non toglie la possibilità di studiarli in forma autonoma: un matematico studia i numeri, un filosofo i valori morali. Diritto, estetica, morale, logica, psicologia... sono scienze autonome. Ma i loro presupposti, e le realtà di cui si occupano non contraddicono il naturalismo, perché sono riconducibili alla coerenza generale del mondo naturale, come la chimica è compatibile con la fisica: il nostro pensiero e la nostra vita interiore sono fenomeni reali, generati da creature naturali in un mondo naturale.
Molte vivacissime scienze si concentrano oggi nello sforzo di completare questa intuizione: scienze del cervello, cognitive, etologia, antropologia, linguistica, psicologia...

Una sterminata letteratura sta crescendo, dedicata a comprendere noi stessi in termini naturali. Un testo che riassume lo sforzo, la nostra capacità di conoscere, per esempio, è Teoria evoluzionaria della conoscenza di Gerhard Vollmer, da poco tradotto. Moltissimo ancora non capiamo, perché come sempre quello che sappiamo è molto di più di quello che non sappiamo, ma stiamo imparando.
Curiosamente, riportarci alla nostra realtà naturale, che per Price si radica nel pragmatismo e nel rispetto per il sapere scientifico, finisce per riallacciarsi alle intuizioni di Nietzsche, che per altra via sono sfociate negli eccessi del postmoderno: prima di essere animale razionale l'uomo è animale («Sono i nostri bisogni che interpretano il mondo... Ogni istinto ha la sua sete di dominio»); vero, ma anche la nostra ragione nasce da questo magma, e ne emerge come la nostra arma migliore.

Su questo intreccio segnalo anche un piccolo libro di diversi anni fa in tutt'altro mondo: Gli istinti dell'uomo di Antonio Balestrieri. Come presidente della Società Italiana di Psichiatria, Balestrieri giocò un ruolo centrale per l'approvazione della legge 180, vanto dell'Italia, che ha chiuso i manicomi liberando l'umanità da grande sofferenza ed è stata copiata nel mondo intero. Con la semplicità di chi con la forza e la debolezza della mente, ci lavora quotidianamente, Balestrieri delinea un quadro per comprendere la rete di relazioni fra istinti e ragione, e tratteggia il percorso evolutivo che ci può aver portato a essere ciò che siamo, esseri di emozioni e di pensieri.
In favore della possibilità di questo naturalismo umile e completo, il libro di Price argomenta con rigore: siamo creature naturali in un mondo naturale; questi termini ci danno il miglior quadro concettuale per comprendere noi e il mondo.

Siamo parte di questa natura ricchissima, di cui sappiamo ancora poco, ma abbastanza per capire che è sufficientemente complessa per dare luogo a tutto ciò che siamo, compresa la nostra etica, la nostra conoscenza, il nostro sentire la bellezza, e la nostra capacità di emozionarci. Per un fisico teorico come sono io, abituato a pensare la sterminata distesa di più di cento miliardi di galassie, ciascuna formata da più di cento miliardi di stelle, ciascuna con la sua ghirlanda di pianeti, su uno dei quali non siamo che un fenomeno breve e fugace, granelli di polvere persi nel cosmo sterminato, questa non può essere che un'ovvietà. Ogni uomo-centrismo impallidisce di fronte a questa immensità. Questo è il naturalismo.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi