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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2014 alle ore 08:17.

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Non ci sono più i film di stagione, signora mia. I film comici italiani un tempo segnavano il Natale cinematografico e, secondo le ricerche di mercato, richiamavano chi al cinema andava una volta l'anno. Chissà quale oscuro motivo ha invece l'attuale moltiplicazione lungo tutto l'anno di film comici in cui spesso tornano addirittura gli stessi attori, e che rischiano di confondersi tra loro.
Negli ultimi due mesi sono usciti, al ritmo di uno a settimana, e tutti con esiti dal mediocre al pessimo: Fratelli unici con Bova e Argentero (poco più di 2 milioni di incasso), Tutto molto bello di e con Paolo Ruffini (1,6 milioni), ...E fuori nevica di Salemme (3 milioni e 700mila), Soap opera di Alessandro Genovesi (meno di 2 milioni), Confusi e felici di Massimiliano Bruno con Claudio Bisio (3,8 milioni). Insomma, chi è andato bene ha fatto un po' più della metà degli incassi di Il giovane favoloso. E anche la fine di una lunghissima estate, e l'arrivo di nomi più forti, non hanno dato l'impulso sperato dai produttori: La scuola più bella del mondo, nuova versione della serie di Benvenuti a... non è arrivato a 6 milioni, Andiamo a quel paese con Ficarra e Picone chiuderà a meno di 8, Ogni maledetto Natale non arriverà a 3. Con l'aria che tira, un buon esito (arriverà a 5 milioni e mezzo) è stato quello di Scusate se esisto, con la Cortellesi e ancora Bova.
Peraltro questi film sembrano invece progettati proprio per Natale (molti si svolgono proprio durante le feste), per cui l'effetto è di andare a vedere qualcosa misteriosamente fuori luogo. L'aria di famiglia di questi film, che si inseguono l'un l'altro sui manifesti venendo smontati in poche settimane e lasciando il posto a un altro, rischia di vanificare i tentativi di aggiornamento. Ad esempio, Soap Opera ha dei toni malinconici, più mélo che comici, e un gusto della messa in scena assente in altri film; Ficarra e Picone si richiamano a Germi; ma il pubblico non se ne è accorto. Si veda l'esito dell'anti-cinepanettone Ogni maledetto Natale, realizzato dagli autori della geniale serie tv Boris, Torre, Vendruscolo e Ciarrapico. Uno spunto carino: due famiglie a confronto, una di villici del viterbese e una di ricchi industriali avidi e nevrotici, interpretate dagli stessi attori. Ma se gli autori si muovono a proprio agio in un mondo che conoscono (il cinema e la tv, in Boris), qui la prima parte sui bifolchi è stonata. La seconda mette gli attori (fratelli Guzzanti, Mastandrea, Laura Morante che si prende in giro ecc.) in condizioni di esprimersi meglio, ma alla fine il risultato è più intelligente che davvero divertente.
In fondo non si riponevano grandi speranze economiche nemmeno nelle commedie di Natale stricto sensu, Il ricco, il povero e il maggiordomo con Aldo, Giovanni e Giacomo, e Ma tu di che segno sei? di Neri Parenti. E infatti il trio milanese è partito moscio, e peggio ancora l'altro titolo. In effetti, nessuno dei due è entusiasmante (ma in fondo, cosa aveva di nuovo Benvenuti al Sud?). Nel primo film la crisi colpisce l'arido finanziere Giacomo, che insieme al maggiordomo Giovanni finisce a casa del bancarellaro finto-extracomunitario Aldo. Spunto stiracchiato, ravvivato dai consueti montage comici del gruppo, su musiche efficaci (c'è anche il I Wahha Put-Hanga di Walter Valdi).
Neri Parenti, invece, ultimo "giapponese" del cinepanettone, mostra una coerenza indefessa, e schiera Boldi (che funziona sempre), un Proietti a ruota libera (che comunque...), e Ricky Memphis, per la consueta girandola di storie incrociate. Un accenno di distinzione tra i pubblici è un po' anche nel product placement: c'è chi fa la pubblicità alla catena di cibi cool made in Italy, e chi alla catena di elettrodomestici a buon prezzo. Ma ormai, più delle vicende sentimentali o sessuali, in molti film comici il tema sembrano essere i soldi, il loro arrivare e partire magico, miracoloso. Come una versione spompata dei conflitti di classe nelle commedie degli anni '30, con ricchi e poveri trasformati in maschere non contemporanee, fuori del tempo.
Intanto, la campagna d'inverno dei comici italiani continua. Entro Capodanno sono previsti Un Natale stupefacente con Lillo e Greg, e Si accettano miracoli di Alessandro Siani (il comico dal successo per me più enigmatico, e quello da cui forse verranno i maggiori incassi). «Ma nun me farà male, ride così?» diceva un lugubre, impassibile spettatore dell'avanspettacolo, in Roma di Fellini.
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