Spiegare l'economia agli intellettuali con un talent show

Come i nostri intellettuali scopriranno da soli, a metà del programma, il rapporto annuale sulla libertà economica nel mondo del Fraser Institute dice che dal 1970 al 2012 l'Italia è rimasta più o meno nella stessa posizione (siamo centoquarantaquattresimi). La Polonia, per dire, dopo il crollo del Muro è balzata dalle ultime file al quarantottesimo posto. Eppure, per essere fuori dall'orbita dell'etica protestante e dello spirito del capitalismo, non eravamo mica partiti così male.

Mentre dava del bolscevico a John Maynard Keynes, scriveva In lode del profitto e affermava l'equivalenza tra libertà di pensiero e libertà economica, Luigi Einaudi spronava quelli della Costituente più bella del mondo a lasciar perdere i primi due commi dell'articolo 41. Vincolare l'«iniziativa economica privata» all'«utilità sociale» gli sembrava un insulto alla ragione perché «non esiste una definizione scientifica dell'utilità sociale. Essa non è quella dei singoli individui componenti la società, né la loro somma». Se mi rifiutano il talent, il secondo desiderio per il 2015 è la sua foto alle pareti durante l'ora di educazione finanziaria.

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