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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2014 alle ore 07:07.

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MR  Sveglia.
DE  Oddio. Dove sono?
MR Su IL.
DE  …

MR È il magazine de Il Sole 24 Ore.
DE  Ma cos… Perché?
MR Il sonnifero t'ha rintronato? Non hai scritto un libro?
DE  Nove, ne ho scritti.
MR Dove non poté il cloroformio, poté la vanità. Parlavo dell'ultimo. Non Il cerchio, che è uscito per Mondadori. Quello nuovo. Il titolo almeno te lo ricordi?
DE Your Fathers, Where Are They? And the Prophets, Do They Live Forever?
MR Bravo, io non ce l'avrei fatta. Una cosina appena pomposa. È la Bibbia, vero?
DE Vecchio Testamento, il profeta Zaccaria.
MR Immaginavo.

DE Cosa vuoi?
MR Parlare, Dave.
DE Perché mi chiami Dave? Io non ti conosco. E perché non hai chiesto un'intervista, invece di rapirmi e incatenarmi a un palo in un capannone abbandonato?
MR Non volevi firmare un libro solo “Dave” anni fa? Tipico tuo. Friendly, cioè paraculo. Quanto all'altra domanda… Non è facile parlarti. Quando sono passato da San Francisco, non hai voluto ricevermi. E poi meglio un terzo grado, no? Immaginario, per di più. Chissenefrega di quello che pensano gli scrittori dei loro libri! È più interessante il mio parere.
DE Messo in bocca a me?
MR Ho un taser lì, non irritarmi. Dai, giusto il tempo di una recensione anomala. E poi il protagonista del tuo libro… Come si chiama?
DE Thomas.
MR Ecco. Non rapisce una persona diversa di capitolo in capitolo, tenendola in ostaggio dentro una base militare abbandonata, e la sottopone a un interrogatorio? Mi sembrava appropriato. Come ti è venuta l'idea?
DE Finirai nei guai.
MR Rispondi.
DE Mi piace cambiare.
MR Lo so. Prima il memoir sulla morte dei tuoi, poi un romanzo, quindi i racconti. Al che hai cominciato con le testimonianze: il ragazzo in fuga dal Sudan, l'alluvione di New Orleans. L'impegno, Dave. Quindi un libro per bambini. Infine un romanzo classico, anomalo, poi una distopia orwelliana. In mezzo la scuola di scrittura per ragazzini, un film, le riviste. Ti mancava giusto un romanzo solo di dialoghi. Che volevi fare? Una cosa alla Perec? O mostrare la tua versatilità?
DE Mica sono il primo. Hai letto i dialoghi filosofici?
MR Non essere condiscendente con me. Certo. Fedro e tanti altri. Per chi mi hai preso? E tu hai mai letto La coda di Vladimir Sorokin?
DE No.
MR Immaginavo. E le Operette morali di Leopardi?
DE È uno di McSweeney's?
MR Devo spruzzarti con il peperoncino?
DE …
MR Quindi Thomas imprigiona qualcuno. Perché?
DE Per parlare.
MR Di cosa?
DE Diciamo che rapisce un buon numero di persone. E tutte hanno avuto un rapporto con lui, per quanto minimo. Se il primo dialogo, con il compagno di scuola diventato astronauta, ruota intorno a un senso di generale disillusione verso le ambizioni tradite di una generazione brillante, con il passare del tempo le domande mettono a fuoco prevaricazioni reali, i piccoli abusi di un insegnante pedofilo, le negligenze di una madre con un problema di dipendenza, il fastidio verso la prosopopea della politica, ma un fatto soprattutto: la morte di un amico di origine vietnamita, giustiziato dalla polizia.
MR Dan Banh, che forse non era nemmeno così amico.
DE Già. Un brutto fatto insabbiato. Ma non è solo quello. A partire dal micro, si torna di continuo al macro, in un gioco di equilibrio tra i fatti reali e la percezione frustrata degli stessi nella psiche di Thomas, tra le minime frustrazioni individuali e le speranza disattese a livello nazionale. È un dialogo in bilico tra indagine morale e virtuosismo narrativo, tra situazione farsesca e spirale tragica.
MR In effetti la tua capacità di calarci nella vicenda solo attraverso la conversazione è impressionante. Ho sofferto. Ma a volte ho perfino ridacchiato. In fondo Thomas è un piccolo Travis Bickle.
DE Non era facile stare a metà tra il realismo della pagina e il parossismo dell'idea.
MR Ti fai i complimenti da solo?
DE Scusa.
MR Alla fine che volevi dire?
DE Non lo so. Non sta a me dirlo. Volevo fare un discorso generazionale senza fare un discorso generazionale. Capisci?
MR No.
DE Volevo raccontare una storia senza raccontare una storia. Capisci?
MR No.
DE Che vuoi?
MR Che vuole il tuo protagonista?
DE Vuole capire. Vuole verità.
MR E se non c'è niente da capire? Se non esiste una sola verità?
DE È triste. O forse è triste chiederselo.
MR I padri dove sono? E i profeti vivono per sempre?
DE Non risponderò a questa domanda.
MRPreferisci il taser?
DE …

MR I padri dove sono? E i profeti vivono per sempre?
DE Non lo so. Nemmeno lui lo sa. Nessuno lo sa. Non sappiamo niente, non abbiamo risposte. Per questo il titolo è una domanda. Non una, due domande. Due domande a vuoto.
MR  Pompose.
DE  Pompose, ok. Ho finito? Mi lasci andare?
MR  Hai scritto un bel libro, Dave.

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