Cultura

Conseguenze del comunismo

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Conseguenze del comunismo

  • –Ermanno Cavazzoni

Nel ventesimo secolo appena trascorso ha circolato molto la parola comunismo, e diverse società l'hanno adottata per indicare che quello era il loro punto d'arrivo; intanto però durante il ventesimo secolo queste società dichiaravano che al momento erano in una fase di transizione, ossia stavano incamminandosi verso il comunismo, ma il comunismo completo e perfetto era ancora di là da venire, perché non si poteva realizzarlo in un colpo solo; la gente non era preparata, dicevano, c'erano vecchie abitudini che resistevano. E si sono presi provvedimenti contro quelli che resistevano; per la verità quasi sempre un po' esagerati.
Come fosse questo comunismo una volta realizzato, e che cosa ci si facesse, non è mai stato chiaro a nessuno.
Era più chiaro ad esempio il paradiso: prima di tutto ci si andava da morti, la vita in terra era una specie di prova, che metteva un po' in apprensione, come succede durante gli esami, ma poi se uno si applicava, se non andava al bar a perdere tempo, se non stava in ozio a gironzolare eccetera, anche l'esame diventava un periodo intenso, con una meta. E poi il paradiso bene o male si sa com'è: si sta in estasi, circa come quando si ascolta un bel pezzo di musica, magari avendo bevuto un bicchierino di elisir o di vodka, che allora l'estasi è piena e la musica la si gode con più intensità; se uno vuole un'intensità maggiore può bere due bicchierini, e di due in due è come salire di cielo in cielo, fino alla vicinanza con lo Spirito Santo; è un paragone per dare l'idea, solo che se uno giunge allo Spirito Santo grazie all'elisir o alla vodka, il giorno dopo sta male, non avessi bevuto! dice; mentre in Paradiso uno sta bene anche il giorno dopo, non vomita, non ha acidità di stomaco né male di testa, la musica gli sembra sempre bellissima, e così per tutta l'eternità; uno stato alcolico che non ha mai fine e che non danneggia il fegato. Anche il comunismo dovrebbe essere una specie di paradiso; non è però necessario essere morti, ci si va da vivi, o comunque ci andranno le generazioni future quando il comunismo sarà realizzato.
Bene, ma in concreto cosa farà la gente nel comunismo? Carlo Marx, fondamentale teorico del comunismo futuro, è stato molto chiaro in materia; nei Manoscritti economico-filosofici dice quanto segue: che nel comunismo chi vorrà pescare andrà a pescare, chi vorrà dipingere andrà in campagna a dipingere. Punto. Non dice altro. Quindi se ne deduce che metà della popolazione, nel comunismo realizzato, sarà di pescatori, l'altra metà di pittori. Io ho sempre fatto fatica a digerire il comunismo perché non ho passione per la pesca né attitudine alla pittura; quindi starei lì passivo, sarei d'intralcio alle canne da pesca e rovinerei il paesaggio ai pittori. Anche quando avevo vent'anni ed ero più propenso alle idee comuniste, o comunque più interessato, questa faccenda del pescare e dipingere non l'ho mai ben compresa, e credo che molti fossero nelle mie condizioni; un po' come la ricerca del Sacro Graal: quello che interessava ed esaltava era la ricerca, perché poi del Sacro Graal uno non avrebbe saputo che farsene, essendo solo un catino, che si può comprare anche al supermercato.
Ma vediamo di discutere un po' del comunismo; supponiamo si fosse realizzato in Italia. Su 50 milioni di abitanti, 25 milioni di pescatori! Io credo che Marx intenda prevalentemente la pesca all'amo, non certo la tonnara, la pesca a strascico, la pesca oceanica, se no l'avrebbe specificato. Se supponiamo che tra un pescatore e l'altro ci siano circa due metri per non intralciare le lenze, gli italiani formerebbero una fila di 50 mila chilometri, che è leggermente superiore alla circonferenza terrestre (42 mila chilometri), quindi si deve pensare che su tutte le rive dei mari e dei fiumi durante il comunismo ci sarebbe un pescatore ogni due metri; se per la pesca usano i vermi, si deve pensare che i pesci pescati siano lasciati marcire perché si formino i vermi da pesca, quindi diciamo che nel comunismo ci sarebbe un certo fetore inevitabile, altri pesci servirebbero per l'alimentazione; ma in poco tempo i pesci si estinguerebbero, o si farebbero furbi, non abboccherebbero più, dunque 25 milioni seduti su uno sgabellino, in riva all'acqua, che passano il tempo così.
Gli altri 25 milioni dipingerebbero, una parte paesaggi naif, l'altra parte, che non sa dipingere, pitture moderne di tipo più o meno informale. Se ognuno fa un quadro al giorno, in un anno si sarebbero prodotti 9 miliardi e cento milioni di quadri, in dieci anni di comunismo 91 miliardi di quadri. Si può ipotizzare un baratto tra pescatori e pittori, un quadro per un pesce, il che creerebbe un aumento nella produzione di quadri per avere più pesci, producendo una svalutazione del quadro, ovvero un rincaro del pesce; è probabile che i quadri sarebbero usati per arrostire il pesce, trasformando i pittori di fatto in raccoglitori di legni, tela, carta e altra roba infiammabile. Una dieta così povera creerebbe malattie, scorbuto, pellagra, ipertiroidismo, metà della popolazione sarebbe malata, con maledizioni alla pittura e alla pesca, essendo non prevista in regime comunista l'agricoltura o l'allevamento zootecnico, a quanto dice Marx, e a quanto conferma Engels. Marx per la verità dice: chi vuol dipingere dipingerà, chi vuol pescare… , sottintendendo quindi ci sia una parte della popolazione che non vuole far niente, com'è il mio caso, che nel comunismo mi annoierei, e se dovessi scegliere sceglierei il paradiso, che lì almeno c'è molta vodka artigianale, che non fa male. L'errore dell'Unione Sovietica è stato di confondere il comunismo col paradiso, infatti non si pescava né si dipingeva, non si ha notizia che Lenin pescasse, Lenin non ha mai pescato in vita sua, né da solo né assieme a Stalin o al politbùro, né si ha notizia che andasse in campagna a dipingere, neppure la domenica pomeriggio. Si ha invece notizia di un largo uso di vodka. Che cosa significa? che pensavano di essere in paradiso? Se lo pensavano erano in errore, prima di tutto perché erano vivi (anche se a questo si è tentato di rimediare); in secondo luogo perché era vodka in genere pessima, tanto che poi tutti stavano male, dunque non si trattava di paradiso né di comunismo; e in effetti si trattava di socialismo, che è una fase intermedia, di preparazione, perciò di conoscenza con la canna da pesca, di conoscenza con l'amo, con l'esca, coi vermi, che sono fondamentali; e maneggio del pennello, delle tempere; nel socialismo, stando a Marx ed Engels, si dovrebbero preparare i colori, l'olio di lino, per chi intenda poi nel comunismo dipingere a olio. Invece a quanto si sa, si mandava la gente al nord ad estrarre carbone, nelle miniere ad estrarre minerali, come l'uranio, che non mi risulta sia usato in pittura e neppure durante la pesca. Un'altra osservazione che si può fare è la seguente: nelle zone desertiche, ad esempio in tutta l'enorme estensione sahariana, ci saranno solo pittori, realizzando così il comunismo solo a metà; a meno che i pescatori si addensino tutti attorno ai pochi corsi d'acqua, condizione che come si sa dà luogo poi a gomitate, spinte, diverbi, insulti, il raro pesce pescato tirato in faccia, un groviglio di canne e di lenze, ami che cavano un occhio, che prendono un labbro, un naso, un comunismo che durerebbe una giornata; e anche i pittori nelle zone desertiche cosa dipingerebbero? dune! oppure scivolerebbero verso la pittura informale, spremendo il tubetto sulla tela, facendo sgorbi, anche se queste forme di pittura sono considerate anticomuniste.
Chi produce gli ami, il filo di nailon, le tempere, i pennelli nel comunismo? Marx su questo punto tace, Engels salta l'argomento e passa a quello dopo. Lenin accenna al fatto che produrre pennelli, peli per i pennelli, filo da pesca, galleggianti, mosche finte eccetera è un fatto rieducativo, compito cioè di chi non crede al comunismo, o ha dubbi o comportamenti non comunisti, chi insomma non ha disposizione alla pesca o alla pittura, ed esercita ad esempio la prostituzione, lo spionaggio, il frazionismo… Però viene da chiedere: se non ci fossero gli anticomunisti da rieducare, come sarebbe possibile l'esercizio del comunismo nelle due sue varianti? Chissà. Voglio leggere le Opere Complete di Palmiro Togliatti, se per caso c'è la soluzione.
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