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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2015 alle ore 16:05.
L'ultima modifica è del 09 gennaio 2015 alle ore 16:40.

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Dopo i botti delle scorse settimane (dall'ottimo «L'amore bugiardo» di David Fincher al più che discreto «Big Eyes» di Tim Burton), ci si appresta a vivere un weekend cinematografico piuttosto sottotono. In primo piano, da segnalare l'esordio alla regia di Russell Crowe, intitolato «The Water Diviner», a cui fanno compagnia l'horror «Ouija» e la commedia «Come ammazzare il capo 2».

Tratto dall'omonimo romanzo di Andrew Anastasios, «The Water Diviner» vede contemporaneamente Crowe nei panni di regista e protagonista.
L'attore interpreta un uomo che, nel 1919, è partito dall'Australia per andare in Turchia: qui i suoi figli hanno combattuto nella battaglia di Gallipoli e sono stati dati per dispersi.
È un'opera prima piuttosto classica quella firmata dall'ex “gladiatore”: Crowe si limita a mettere in scena l'intenso testo di partenza senza rischiare troppo e puntando su una messinscena del tutto innocua.

Nel tentativo di emozionare e commuovere, il film segue il lungo percorso del padre che si mette sulle tracce dei suoi figli, nella speranza che non tutti siano caduti durante gli scontri.
La narrazione si perde un po' nella storia d'amore tra il protagonista e la bellissima proprietaria dell'albergo in cui alloggia, interpretata da Olga Kurylenko. Efficace la fotografia firmata dall'esperto Andrew Lesnie, già vincitore di un premio Oscar per «Il signore degli anelli – La compagnia dell'anello» di Peter Jackson, e reduce dal recentissimo «Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate». La colonna sonora include anche il celebre pianista Ludovico Einaudi.

In uscita anche un'altra opera prima, «Ouija» firmata da Stiles White, esperto di effetti speciali che ha lavorato a film come «Intervista col vampiro» di Neil Jordan e «Il sesto senso» di M. Night Shyamalan.
Al centro della trama due amiche che da bambine si ritrovarono tra le mani una tavola ouija, con cui si dice che si possa comunicare con i morti. Diventate adulte, rimarranno vittime dello stesso, misterioso, oggetto.
Si tratta di un horror del tutto banale, il cui andamento complessivo è facilmente prevedibile fin dai primi minuti.
Rari spaventi e tanti sbadigli in una storia con pochi guizzi, che il neoregista fatica a rendere quantomeno suggestiva.

Esiti piuttosto simili, seppur si tratti di un genere completamente diverso, quelli ottenuti da «Come ammazzare il capo 2» di Sean Anders.
Dopo il successo commerciale di «Come ammazzare il capo… e vivere felici» di Seth Gordon, tornano i tre amici Nick, Dale e Curt (Jason Bateman, Charlie Day e Jason Sudeikis), decisi ad aprire un'attività in proprio. Le difficoltà, maggiori del previsto, li spingeranno ad affidarsi a un investitore esterno (Christoph Waltz), ma la scelta non si rivelerà quella giusta.
Se già il primo film non era entusiasmante, in questo seguito si amplificano i difetti della pellicola precedente: scarso ritmo, poche risate e una sceneggiatura molto convenzionale e priva di sorprese.
Sean Anders guida con pigrizia un cast sottotono: persino Christoph Waltz non riesce a dare un valore aggiunto all'intera operazione.

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