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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2015 alle ore 15:43.
L'ultima modifica è del 13 gennaio 2015 alle ore 15:54.

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(LaPresse)(LaPresse)

Già all'annuncio della lista dei Big in gara, in diretta durante «Domenica In», se n'era avuta la sensazione. Adesso ne abbiamo le prove: quello di Carlo Conti sarà il Sanremo della restaurazione e del co-marketing Rai, la rivincita della Tv nazionalpopolare dopo la mezza rivoluzione faziana, una specie di congresso di Vienna della canzonetta.
Lo si è capito perfettamente quest'oggi al Casinò della cittadina ligure, nel corso della conferenza stampa ufficiale del 65esimo festival della canzone italiana, in programma con tutti i crismi dal 10 al 14 febbraio. Il conduttore toscano sarà affiancato da due insolite vallette canterine: Arisa, vincitrice della kermesse l'anno scorso, ed Emma, numero uno nel 2012. Da un lato un prodotto del vivaio sanremese (ricordate il tormentone «Sincerità»?), dall'altra un fenomeno da talent show, espressione della tendenza che ha spadroneggiato sulle ultime sei edizioni. In più ci sarà la modella e ballerina spagnola Rocío Muñoz Morales, famosa in patria come istruttrice della locale versione di «Ballando con le stelle» e qui da noi new entry della fiction Rai «Un passo dal cielo», oltre che compagna di Raul Bova.

Un’edizione pop
Parole impegnative quelle con cui si è presentato alla stampa Conti preannunciando un'edizione pop: «Ho scelto 20 canzoni belle. Ognuna ha il suo perché. Le ho scelte pensando al mondo radiofonico, il deejay che è in me è tornato fuori. Perché tutti cantano Sanremo. Ho voluto brani che potessero essere canticchiati nel tempo», ha aggiunto il conduttore spiegando che a Sanremo si sente «di casa. Ho fatto diverse trasmissioni da qui». Meno enfasi da parte di Arisa: «Non ho mai fatto la valletta in vita mia. Così potrò mettere dei grandi vestiti, tanto non devo fare niente. Speriamo solo di non cadere dalle scale e di non dimenticare le battute». Emma punta invece a essere «una valletta simpatica» e a «portare un po' di rock and roll sul palco dell'Ariston». La serata iniziale contemplerà un tributo a Pino Daniele e Mango, due protagonisti della canzone italiana recentemente scomparsi, ma Conti non esclude ulteriori omaggi ad altri nomi illustri della tradizione canzonettistica nel corso delle cinque puntate in programma.

Il gran rifiuto dei Pink Floyd e la notte delle cover
Quanto agli ospiti internazionali, il primo nome svelato è quello degli Imagine Dragons, band americana che ha avuto grande popolarità internazionale a partire dal 2012 con l'album «Night Vision» e i singoli «On Top of the World», «Radioactive» e «Demons». Non erano la prima scelta: «Con i Pink Floyd ci ho provato in tutte le maniere – ha detto Conti - ma non c'è stato niente da fare». Anche perché, come ormai pure i bambini sanno, l'uscita di «The Endless River» rappresenta il canto del cigno della band di Cambridge. In ogni caso, secondo il conduttore «ci sono molte trattative in corso per aver ospiti, ancora tutto è in sospeso». Si anticipa intanto al giovedì la serata delle cover, nella quale i Big saranno chiamati a re-interpretare classici del repertorio italiano come da formula collaudata. La giuria d'esperti sarà composta dal dj Claudio Cecchetto, Carlo Massarini, il conduttore di «Tv Talk» Massimo Bernardini, il direttore d'orchestra Andrea Mirò, la conduttrice tv Camila Raznovich, il giornalista Marino Bartoletti e due registi, Paolo Beldì e Giovanni Veronesi.

Un festival al risparmio
Nelle cinque serate di Festival «accadrà di tutto come sempre», ha detto il direttore di Rai 1 Giancarlo Leone. Ma non vi aspettate troppo, però, perché l'austerity continua a fare da convitato di pietra: «Non ci sono ancora dati ufficiali – ha aggiunto il dirigente Rai parlando di bilanci -, i consuntivi sono lontani. Però posso dire che come l'edizione del 2014 è costata meno di quella del 2013, così quella del 2015 costerà meno di quella del 2014. Almeno per il minor costo dalla nuova convenzione con il Comune di Sanremo di 1,5 milioni. Questo risparmio non è stato impiegato nella produzione». Sfida non di poco conto per Carlo Conti: fare un festival alla Baudo, senza il budget su cui poteva contare Baudo ai tempi belli.

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