Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2015 alle ore 11:53.

My24
(Foto: Antonio Parrinello)(Foto: Antonio Parrinello)

CATANIA - Questa è la storia di un sogno, di un progetto, di un desiderio che si è realizzato. Ma è anche la metafora di una Sicilia redimibile, anzi redimibilissima, che è riuscita a trovare e percorrere la strada giusta per costruire ricchezza e benessere. Senza compromessi. Una strada da percorrere di corsa. In bicicletta ovviamente. Perché questa è la storia di Calogero Montante di Serradifalco (Caltanissetta), classe 1908, che nel cuore più duro della Sicilia, in terra di mafia e scontento, sogna una bicicletta tutta sua, insegue con la fantasia le gesta eroiche dei grandi campioni di ciclismo. E crea una bicicletta, costruisce la sua squadra, partecipa alla più importante delle gare: fare l’impresa, lasciare ai propri figli e nipoti una ricchezza, che pure aveva ereditato, fondata sull’ingegno e sulla manifattura.

 Una storia già raccontata da Gaetano Savatteri nel libro “La volata di Calò”, con uno scritto di Andrea Camilleri che grazie a una bicicletta Montante riuscirà nel 1943 a raggiungere Porto Empedocle da Serradifalco e ad avere quelle notizie del padre che non aveva da giorni. E che ora arriva a teatro con una produzione del Teatro Stabile di Catania diretto da Giuseppe Dipasquale, che ha debuttato martedì sera al Teatro Musco (c’è tempo fino al 25 gennaio per andarlo a vedere). 

Una trasposizione teatrale che raccoglie e rilancia il messaggio contenuto nel libro (edito da Sellerio) e che mette insieme tutti i possibili linguaggi della modernità: i cartoni animati, il cinema, la musica contemporanea in un contesto in cui il linguaggio, il dialetto siciliano che il regista Fabio Grossi ha voluto fosse la lingua parlata in coerenza con la grande tradizione del Musco, diventa esso stesso la cifra della modernità. Uno spettacolo che si può “leggere” vivisezionandolo, raccogliendo da ogni pezzo un messaggio per l’oggi e per il domani, saccheggiando a piene mani da quella Sicilia arcaica che era la Serradifalco dei primi del Novecento. E sopra tutto (al di sopra del tutto) emerge la bellezza e la forza della bicicletta quasi fosse un pezzo di una poesia futurista, o un quadro di Boccioni che questi personaggi semplici, figli di una terra molto lontana allora dai grandi movimenti culturali, vengono portati per mano, in un certo senso indottrinati, dal maestro Grillo, una figura drammaturgica (che l’attore catanese Mimmo Mignemi interpreta con grande abilità scenica) che serve a tenere il filo di un racconto che arriva fino ai nostri giorni. Perché Calò Montante, che è morto nel 2000, arriva ai nostri giorni portando in dote la forza e il coraggio di un rivoluzionario che dal profondo Sud riesce a creare un’azienda in grado di far concorrenza alle più blasonate imprese del settore del Nord. E ne raccoglie il testimone il nipote, Antonello Montante, leader degli industriali siciliani e delegato nazionale di Confindustria alla Legalità, il quale riprende il filo del racconto riportando su strada le bici Montante e riponendo in esse gli stessi valori in cui aveva creduto il nonno, con la consapevolezza che certo la bellezza non salverà il mondo ma di sicuro può provare a cambiarlo. E tra i valori c’è la lotta alla mafia e agli intrallazzi criminali: sul palco del Teatro Stabile etneo questi valori si materializzano con un omaggio a Libero Grassi, l’imprenditore palermitano ammazzato dalla mafia per aver detto di no alle estorsioni: Calò Montante si rifiuta di regalare una bicicletta al don Peppino di turno e lo invita a pagarla, a comprarla, la bici al nipotino. E qui non c’entra la tirchieria, semmai c’entra la tirannia e la ribellione contro la prepotenza mafiosa (la tirannia appunto) esercitata nel triangolo in cui sta dentro Serradifalco (Riesi, Villalba, Mussomeli) dai mammasantissima come don Calò Vizzini.

Questa (quella di Calò Montante) è una storia di speranza. Con la coscienza che la volata che porta al traguardo e dunque alla vittoria è ancora in corso. E non ci sarà un solo vincitore: l’onestà e l’economia del fare a discapito di parassiti e criminali. I vincitori saranno tanti perché in questa volata non ci sono gregari ma solo campioni che vogliono cambiare il mondo. Pedalando.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi