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«La Nave di Teseo» il meta-romanzo di J. J. Abrams

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«La Nave di Teseo» il meta-romanzo di J. J. Abrams

J. J. Abrams è un maledetto genio. Non ti inventi dal nulla la saga di «Lost» se non hai attributi del genere, né ti chiamano a rivitalizzare pezzi da museo della cultura popolare contemporanea come «Star Trek» e «Star Wars». Ha un'immaginazione poderosa, il ragazzo, sia che si cimenti con la tv che con il cinema.

E anche con la parola scritta sa in fatto suo: la prova sta ne «La nave di Teseo», romanzo sviluppato a quattro mani con Doug Dorst, docente di Scrittura creativa all'Università del Texas, edito in Italia da Rizzoli Lizard. O forse verrebbe da scomodare il termine meta-romanzo, con tutte le implicazioni che la cosa comporta in quanto a riferimenti alla cosiddetta cultura alta. Perché «La nave di Teseo» è formalmente un (finto) romanzo di un (immaginario) romanziere europeo di inizio Novecento, V. M. Straka, pubblicato postumo nel 1949, a cura di un discutibile studioso (anche lui immaginario) di nome F. X. Caldeira.

La copia che abbiamo tra le mani, ingiallita e sciupata, proviene da una biblioteca universitaria. La scrittura è criptica e zeppa di simbolismi: si narra di un uomo, forse lo stesso fantomatico autore, che viene rapito e portato su una nave popolata da marinai che parlano una strana lingua creola, chissà con quale destinazione. Ma non è questa la storia che ci interessa: ancora più intrigante è infatti il plot che si sviluppa a margine della pagina stampata, sotto forma di (finte) annotazioni a matita e a pennarello o nella prodigiosa raccolta di strappi di giornale, post-it, fotocopie da manuali, cartoline e memorabilia di varia provenienza.

È la storia di due ragazzi - un ex dottorando di ricerca e una laureanda – che, accomunati da una passione viscerale per l'opera di Straka, si passano il libro scambiandosi commenti che presto diventano una vera e propria indagine su chi era/è realmente l'uomo che scrisse «La nave di Teseo» e dove vuole andare a parare quella ristretta cerchia di eletti che ancora continua a leggerne e a studiarne le opere.

Più che un libro, «La nave di Teseo» è un trip e, al tempo stesso, un atto d'amore incondizionato (da parte di chi lo ha concepito e da parte di chi lo acquista) verso il potere immaginifico della pagina scritta, per nulla scalfito dalla prepotenza dei new media. Qualcuno ha detto che la lettura può riuscire faticosa e non ha tutti i torti, ma chi arriva fino in fondo di sicuro non se ne pentirà. Svelare altro non è opportuno. Sarebbe come svelare il finale di «Lost» a chi si accinge a guardare la prima puntata.

J. J. Abrams
Doug Dorst
La Nave di Teseo
Rizzoli Lizard
Euro 35

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