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Grandi nomi al Festival di Berlino: da Terrence Malick a Werner Herzog

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Grandi nomi al Festival di Berlino: da Terrence Malick a Werner Herzog

Una scena di «Torneranno i prati», di Ermanno Olmi
Una scena di «Torneranno i prati», di Ermanno Olmi

Si alza il sipario sulla 65ª edizione del Festival di Berlino, in programma dal 5 al 15 febbraio.

La prima notizia importante è, a sorpresa, la presenza in concorso di un film italiano: «Vergine giurata», opera prima di Laura Bispuri con protagonista Alba Rohrwacher. Tratto dal romanzo omonimo di Elvira Dones, racconta la storia di una ragazza che cresce sulle montagne albanesi, in uno spazio maschilista dove alle donne non è concessa alcuna libertà. Per sfuggire a questa condizione, la protagonista compirà una scelta sofferta e definitiva.

A fargli compagnia troviamo, nella competizione principale, gli ultimi lavori di autori del calibro di Terrence Malick («Knight of Cups»), Werner Herzog («Queen of the Desert»), Aleksei German Jr. («Under Electric Clouds»), Jafar Panahi («Taxi») e Pablo Larrain («El club»). La giuria, capitanata da Darren Aronofsky, dovrà anche valutare l'attesissimo «Eisenstein in Guanajuato», con cui Peter Greenaway ripercorre il periodo messicano del maestro del cinema sovietico.

Fuori concorso, invece, si segnalano «Cinderella» di Kenneth Branagh, «Every Thing Will Be Fine» di Wim Wenders (il regista tedesco verrà premiato con l'Orso d'oro alla carriera) e «Mr. Holmes» di Bill Condon.

Il lungometraggio d'apertura della kermesse è «Nobody Wants the Night» di Isabel Coixet con Juliette Binoche. Nella sezione Gala, spazio a un altro lungometraggio italiano: «Torneranno i prati» di Ermanno Olmi. Insieme a lui, «Life» di Anton Corbijn, «Selma» di Ava DuVernay, «The Misplaced World» di Margarethe von Trotta e «Woman in Gold» di Simon Curtis. L'occhio dei riflettori sarà anche rivolto a «Cinquanta sfumature di grigio», atteso film di Sam Taylor-Johnson, tratto dal best seller di E. L. James. Nutritissimo il gruppo di Panorama, dove tra i tanti, vale la pena menzionare Rosa von Praunheim con «Tough Love».

Nelle altre sezioni, da segnalare altri titoli italiani come «1992», serie dedicata agli anni di tangentopoli e di Mani Pulite, e «Il gesto delle mani» di Francesco Clerici, documentario inserito in Forum. Da menzionare, inoltre, la suggestiva retrospettiva proposta quest'anno dalla Berlinale: una rassegna dedicata al technicolor per celebrarne il centenario della nascita. Infine, gli appassionati di James Bond non potranno che esultare di fronte alla presenza in cartellone del restauro digitale di «Missione Goldfinger» di Guy Hamilton, una delle avventure più avvincenti della saga di 007.
Berlinale 2015, 5-15 febbraio
http://www.berlinale.de/en/HomePage.html

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