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Viaggio negli anni Settanta per Rachele Bastreghi (in vacanza dai…

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musica

Viaggio negli anni Settanta per Rachele Bastreghi (in vacanza dai Baustelle)

Ci sono artisti che fanno dell'inattualità la propria cifra stilistica. C'è gente che risulta impermeabile alle mode e perfettamente indifferente di fronte ai format discografici da consumare freschi e allo strapotere dei talent. Magari non riusciranno simpatici a tutti, qualcuno potrà accusarli di spocchia o persino di un troppo insistito maledettismo che rischia di sconfinare nella maniera, ma a loro interessa il giusto e così vanno avanti per la loro strada. Per fortuna loro e, qualche volta, pure nostra.

È il caso dei Baustelle, trio toscano che fece il grande salto la bellezza di 15 anni fa e adesso, che piaccia o meno, rappresenta un punto di riferimento per l'italica scena alternative rock. I corsi e ricorsi storici della musica non tradiscono mai: quando si arriva tutti insieme, prima o poi escono fuori le singole personalità, perché il concetto di band è bello ma la curiosità di «guardare fuori» viene a tutti. Se il frontman-santone Francesco Bianconi è diventato romanziere, Rachele Bastreghi, anima femminile del gruppo, debutta da solista con l'Ep «Marie», omaggio dichiarato alla musica degli anni Settanta, in particolare alle grandi personalità femminili del nostro panorama come Mina e Milva.

Esperimento molto interessante: sette brani in tutto, di cui quattro inediti (tra questi i due singoli «Mon petit ami du passé» e «Il Ritorno» e «Senza essere», scritta assieme a Claudio Brasini dei Baustelle), due cover («Cominciava così» dell'Equipe 84 e «All'inferno insieme a te», brano tratto dal repertorio di Patty Pravo e a sua volta cover di una vecchia canzone francese, «Detachez-moi les bras», qui impreziosita anche da Mauro Pagani al flauto) e la versione strumentale di uno degli inediti, «Folle tempesta».

Nell'insieme, un'opera di grande raffinatezza, sofisticata ma senza eccessi. «Senza essere» intriga nella linea melodica della strofa per esplodere in un ritornello molto Baustelle, «Folle tempesta» è una ballata elettrica carica di pathos, mentre la cover di «All'inferno insieme a te» candida la Bastreghi come ideale erede di quella che fu la ragazza dei Piper. «Mon petit ami du passé» esprime un delicato equilibrio tra ambientazioni da Rive Guache e dancefloor, come se Jacques Brel tutto d'un tratto volesse concedersi quattro salti pista. «Il Ritorno» è forse il migliore pezzo del disco, struggimenti amorosi vintage con un refrain intelligentemente orecchiabile. Quanto a «Cominciava così», fossimo in Maurizio Vandelli manderemmo dei fiori a questa ragazza. Perché, in quel pezzo come un po' in tutto il disco, dimostra rispetto per la tradizione senza inciampare nella trappola della deferenza. E non è arte di tutti.


Rachele Bastreghi
«Marie»
Atlantic Records

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