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«La mente del corpo»: indagine di Gian Paolo Scano sul presente e sul futuro della psicoanalisi

  • –di Si.Spe.

L'inconscio esiste davvero? La mente funziona realmente secondo il modello disegnato da Freud più di cento anni fa? La psicoanalisi, oltre al suo luminoso passato, ha anche un presente? E soprattutto avrà un futuro? Quale? Come? Perché?

Se, scivolando via come il genio della lampada dal vaso greco che ne conserva le ceneri, Freud potesse tornare tra noi, ripeterebbe ancora i suoi asserti sull'inconscio, la pulsione, la libido, la rimozione, gli affetti, le relazioni? O esaminando l'enorme mole di conoscenze offerte dalle neuroscienze e respirando un'aria nuova e diversa rispetto a quella della sua vecchia Vienna positivista, riconoscerebbe che i suoi rudimentali, appena intravisti neuroni sono assai diversi da quelli che conosciamo? Non si troverebbe quindi nella necessità di ripensare la sua troppo idraulica macchina psichica? Si può pensare che egli, materialista e meccanicista, apprezzerebbe le complicate architture mentaliste di quanti, dopo di lui, hanno disegnato strani “mondi interni” popolati di eteree entità capaci di muovere neuroni, azioni e motivazioni?

Un saggio ammonimento di Whitehead avverte che «una scienza che esita a dimenticare i propri fondatori è persa». La psicoanalisi non ha fatto tesoro di questa saggia avvertenza e collocando Freud nel tempietto dei lari ha preferito pensarsi come scienza a sé, separata e singolare, capace di autogiustificare il suo disdegnoso isolamento dal concreto fluire delle scienze e delle conoscenze. Non si dovrà, dunque lavorare per riportare la psicoanalisi nel comune congresso delle scienze e, qualora gli psicoanalisti non se ne diano per inteso, per costruire una psicologia clinica post-psicoanalitica capace di contrastare la miope deriva iper-empirista che sembra inarrestabile?

Una riflessione su questi temi assai importanti per la psicologia e la cultura (e qualche risposta a queste poco retoriche domande) è offerta dal volume dello psicologo e psicoterapista Gian Paolo Scano, intitolato La mente del corpo: intenzionalità e inconscio della coscienza (Franco Angeli, 2015): un libro non convenzionale che, senza troppo riguardo per la diplomazia, affronta, (partendo dall'idea base che la “mente” è “ciò che fa il cervello”), la questione dello statuto logico della teoria psicoanalitica, esamina lo stato dell'arte della psicoanalisi attuale e s'interroga sul modo in cui si possano riformulare le geniali anticipazioni freudiane, dando nuove, accettabili soluzioni ai problemi cui Freud non poteva far fronte se non con gli strumenti di cui il suo tempo poteva disporre.

La comprensione della soggettività, della mente e dei moventi dell'azione umana è tema essenziale per la psicologia clinica, ma supera i confini ristretti di questa disciplina, proponendo la tessitura delle sue domande e delle sue risposte certamente agli psicologi e agli psicoanalisti, ma anche a quanti, ancorché privi di particolari competenze specialistiche, dispongono di curiosità e cultura e s'interrogano sulla mente, pensosi delle capacità e miserie dell’Homo Sapiens.

Gian Paolo Scano
La mente del corpo: intenzionalità e inconscio della coscienza
Franco Angeli
pagg.314
38,00 euro

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