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Il più grande artista del mondo in mostra a Napoli

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Archeologia

Il più grande artista del mondo in mostra a Napoli

E' al “più grande artista del mondo” che il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli dedicano la mostra della Brigataes appena inaugurata e che per la prima volte offre al pubblico la visione dei reperti antropologici e materiali di scavo provenienti da un presunto ritrovamento, avvenuto negli anni Trenta presso l'acropoli di Cuma, che documenterebbe l'esistenza di un artista di proporzioni gigantesche vissuto quarantamila anni fa. Il coordinamento dell'esposizione è di Marco De Gemmis e dell'Associazione ES; la mostra è stata realizzata con il contributo della Fondazione Banco di Napoli e ha ricevuto il Patrocinio della Regione Campania, del Comune di Napoli e il Matronato del Museo MADRE.

La Brigataes racconta così la storia del ritrovamento e della riscoperta. “Nel 1938 gli operai dell'archeologo Amedeo Maiuri, durante gli scavi sulla sommità dell'acropoli cumana, scoprirono – sul fronte occidentale del cosiddetto Tempio di Giove – alcuni enormi frammenti ossei. Il famoso paleontologo Ralph von Koenigswald, già impegnato nella ricerca del Gigantopithecus, avvertito della scoperta si recò sul luogo aggregandosi ai ricercatori e riportando alla luce i reperti di cui disponiamo. Emersero dal terreno eccezionali resti scheletrici e una frazione di lastra in pietra con traccia di pittura rupestre che rivelava una forma simbolica sconosciuta a cui von Koenigswald, attento lettore di Joyce, diede il nome di Chaosmos. E proprio questo elemento dipinto, immediatamente associato alle dimensioni delle ossa della mano, portò lo studioso a ritenere la creatura appena ritrovata il più grande artista del mondo.Questi preziosi materiali erano pronti per l'allestimento di un'esposizione epocale che avrebbe dovuto tenersi nel museo napoletano nel 1939 e che non fu mai realizzata a causa delle vicende belliche. Vennero conservati e dimenticati per quasi un secolo fino alla recente riscoperta avvenuta in seguito all'inatteso rinvenimento - nel corso di una ricerca archivistica della Brigataes - di un faldone contenente la documentazione dello scavo e le indicazioni sulla loro collocazione in una sezione remota dei magazzini.”

La mostra di carattere storico-documentario presenterà i reperti che la Brigataes avrebbe recuperato e vale a dire ciò che rimane delle imponenti ossa e della grande opera, ma anche documenti, libri antichi (fra cui il rarissimo testo Gigantologia di Emiddio Manzi) e manufatti litici rinvenuti nella zona di scavo.

Una videoproiezione proporrà il filmato d'epoca girato nel luogo della scoperta, restaurato dalla Brigataes. La mostra è fino al 9 Marzo 2015 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

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