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Dieci, cento, mille fascismi

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Dieci, cento, mille fascismi

La bibliografia sul fascismo, con un centinaio di migliaia di titoli che aumentano ogni anno, appare come un fitto bosco, dove si possono distinguere almeno due differenti tipi di alberi: da una parte, ci sono le ricerche empiriche che ricostruiscono la storia di singoli movimenti e regimi considerati, a torto o a ragione, fascisti; dall'altra, ci sono le interpretazioni teoriche, che propongono una definizione generale del fascismo come un fenomeno unitario sovrannazionale, se non addirittura universale.

Chiunque desideri leggere un nuovo libro sul fascismo dovrebbe aver presente questa distinzione per orientare la sua scelta. Per il lettore che preferisce la conoscenza storica, la scelta è spesso proficua, perché quasi sempre dalle nuove ricerche emergono aspetti sconosciuti o trascurati del fascismo. È il caso del libro di Alessandra Staderini Fascisti a Roma (Carocci 2014), che ricostruisce per la prima volta, con un'ampia documentazione inedita, la storia del partito fascista nella capitale, dove operò come «un vero e proprio laboratorio politico» per attuare l'esperimento totalitario. Su una documentazione inedita si basa anche Elena Vigilante, L'Opera nazionale dopolavoro (Il Mulino 2014) per mostrare come funzionava l'organizzazione più popolare del regime, dedicata al tempo libero e all'assistenza dei lavoratori, particolarmente efficace per suscitare l'adesione delle masse.

Invece, per il lettore interessato alle interpretazioni teoriche del fascismo, non sempre un nuovo libro appaga la sua curiosità con conoscenze nuove. In molti casi, infatti, si tratta di libri che si nutrono in modo parassitario delle ricerche storiche per costruire astrazioni concettuali, sacrificando i fatti alla pretesa di originalità, spesso soltanto verbale. Rari sono gli studiosi capaci di elaborare una interpretazione del fascismo unendo in modo originale la ricerca storica e la riflessione teorica.

Uno di questi è stato Angelo Tasca, che nel 1938 pubblicò in Francia il libro Nascita del fascismo, annoverato fra i classici della storiografia sul fascismo. Tasca non era uno storico di professione, ma un politico militante: giovane socialista, era stato nel 1921 uno dei fondatori del partito comunista italiano, poi membro dell'Esecutivo dell'Internazionale comunista dal 1926 al 1929, quando fu espulso perché antistalinista e passò alla militanza socialista in Francia. La recente pubblicazione di un'ampia scelta dei suoi scritti sul fascismo, pubblicati fra il 1926 e il 1938, dimostra come sia maturata, nel corso di un decennio di attività giornalistica, la sua interpretazione del fascismo, esposta nel libro sulla nascita del fascismo. Infatti, nonostante i limiti cronologici della sua storia, che si arrestava con l'avvento di Mussolini al potere, Tasca proponeva nell'epilogo una propria definizione del fascismo, fondata su un'esplicita premessa metodologica, ispirata allo storicismo di Benedetto Croce: «Per noi definire il fascismo è anzitutto scriverne la storia». Tasca non escludeva la possibilità di elaborare una teoria generale del fascismo, ma riteneva che tale teoria dovesse emergere dallo studio «di tutte le forme di fascismo, larvate o aperte, represse o trionfanti»: «Definire il fascismo significa sorprenderlo in questo divenire, cogliere la sua “differenza specifica” in un Paese dato e a una data epoca».

Il metodo di Tasca si è dimostrato particolarmente fecondo per le ricerche storiche sul fascismo, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, come dimostra la vasta opera storiografica, sempre accompagnata dalla riflessione teorica, di Renzo De Felice, che al metodo di Tasca esplicitamente si richiamava. Un metodo analogo è stato adottato da un grande scienziato della politica, dotato di senso storico, Juan J. Linz, che negli anni Settanta ha elaborato una delle più convincenti teorie generali del fenomeno fascista. Data l'originalità e l'influenza di studiosi come Tasca, De Felice, Linz, stupisce la loro assenza nella introduzione al libro Altri duci, in cui Marco Fraquelli discute varie interpretazioni del fenomeno fascista e accosta un po' alla rinfusa George Mosse e Adriano Romualdi, Ivo Andrić e Zeev Sternhell, Maurice Bardèche e Ernst Nolte, lasciando incerto il lettore su quale sia il concetto generale di fascismo e quali siano i «principali fattori di possibile inclusione o esclusione» in base ai quali l'autore ha narrato la storia degli «altri duci» dei «fascismi europei tra le due guerre», quasi fossero tutti figli politici del primo duce, l'italiano Mussolini, e del suo allievo di maggior successo, il tedesco Hitler, accompagnati dai capi di altri movimenti e regimi nazionalisti e autoritari, tutti arruolati in un unico fascismo, senza tener conto delle differenze del tempo e del contesto storico e geografico in cui sorsero e operarono, della loro dimensione e influenza politica, del loro successo o insuccesso.

La scelta di esporre con un «intento puramente descrittivo» le vicende dei singoli fascismi europei, secondo una successione meramente alfabetica, dall'Albania all'Ungheria, probabilmente non aiuta il «pubblico di non addetti ai lavori», destinatario del libro, a orientarsi nella fitta selva di “fascismi”, che furono storicamente e ideologicamente molto differenti, ebbero dimensioni che variavano dal minuscolo al gigantesco; così come molto diverse, per impatto e gravità, furono le conseguenze delle loro azioni sulla popolazione dei singoli Paesi e sul resto dell'umanità europea.
Non ci sembra neppure fondata l'affermazione dell'autore, che il fenomeno da lui illustrato sia stato «abbastanza trascurato da buona parte della storiografia “ufficiale”», dal momento che molta parte della storia narrata in questo libro è tratta da libri di storici “ufficiali”, se con questo termine si intende storici accademici o di professione. Al di là delle forti perplessità che tutto ciò può far nascere nel lettore, questi troverà comunque utile la quantità di informazioni su capi e movimenti dell'estrema destra nell'Europa fra le due guerre, raccolte dall'autore in oltre cinquecento pagine. E se da queste informazioni la sua curiosità di conoscenza sarà stimolata a nuove letture, anche la presentazione meramente alfabetica dei «fascismi europei», avrà avuto un'utile funzione.
Il fascismo in tempo reale. Studi e ricerche di Angelo Tasca sulla genesi e l'evoluzione del fascismo in Europa 1926-1938 , a cura di Giuseppe Vacca e David Bidussa, Feltrinelli, Milano, pagg.630, € 80,00
Marco Fraquelli, Altri duci. I fascismi europei tra le due guerre , prefazione
di Giorgio Galli, Mursia, Milano, pagg.624, € 28,00

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