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«Io so chi sono» il tour degli Afterhours nei teatri d'Italia

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«Io so chi sono» il tour degli Afterhours nei teatri d'Italia

Gli Afterhours tornano in scena con il tour teatrale “Io so chi sono” per dare inizio a un rapporto più maturo con il loro pubblico. La band milanese, tra le più seguite d'Italia, incassa ancora una volta il sould out e fa traboccare uno dei luoghi musicali più magnetici di Milano, l'auditorium del Conservatorio Verdi. A pochi mesi di distanza dal tour Hai paura del buio? - da cui non sono “usciti vivi” né il batterista Giorgio Prette né il chitarrista Giorgio Ciccarelli – la band rincara il colpo e spara dritto presentando ai fan i nuovi tournisti rispettivamente il batterista e il chitarrista: Fabio Rondanini dei Calibro 35 e Stefano Pilia dei Massimo volume.

La nuova lineup non compromette nulla del repertorio degli After che dopo 25 anni si confermano un progetto sempre più affinato e devoto alla sperimentazione, in continuo divenire ma senza dover rinunciare alla propria identità granitica. L'arrangiamento di “Varanasy baby” resta enigmatico come sempre mentre canonicamente incantevoli sono la versione de “Il mio ruolo” e di “Ossigeno”. L'album “Padania” è il perno della scaletta che è corredata da testi di letteratura fondamentali come “Indifferenti” da “La città futura” di Gramsci, “Moloch” da “L'urlo” di Ginsberg, “The love song of Alfred Prufrock” da “Prufrock and the other observations” di Eliot, “Traccia” da “Petrolio” di Pasolini, brani vari tratti da “Il libro dell'inquietudine” di Pessoa e, “Io so chi sono” e “Morireste per me” da “Il meraviglioso tubetto” di Manuel Agnelli, voce e fondatore della rock band.

Gli Afterhours (nell'ultima formazione sono Manuel Agnelli, Xabier Iriondo, Stefano Pilia, Fabio Rondanini, Rodrigo D'Erasmo e Roberto Dell'era – sempre più groove e impegnato in uno slalom gigante tra il tour e l'uscita del suo nuovo album “Stare bene è pericoloso”) portano in scena musiche di Nick Drake (cantautore preferito di Manuel), Blind Willie Johnson, Washington Philips, James Alan Shelton, Jean Sibelius, Johann Sebastian Bach e Fryderyk Chopin. Il pubblico è letteralmente incantato dagli accadimenti scenici e musicali: se Manuel ha sbalordito tutto il Conservatorio con l'apertura dello spettacolo sui versi di “Io so chi sono”, a metà concerto, invece, è tutta la band a coinvolgere il pubblico tra gli spalti per intonare una versione acustica di “Non è per sempre”. Il finale è travolgente con il pubblico letteralmente in lacrime quando Manuel Agnelli, rivolgendosi alla madre in platea, dedica “Oceano di gomma” al padre.

Parte integrante della narrazione e dello spettacolo sono i visual di Graziano Staino, le scene e le luci di Davide Pedrotti e i suoni di Augusto “Ago” Maccarello. La data zero del tour “Io so chi sono” degli Afterhours è stata al teatro Condominio di Gallarate (Va) per approdare all'Auditorium Conciliazione di Roma, al Teatro Sociale di Como, al teatro civico di La Spezia, all'Auditorium del Conservatorio Verdi di Milano, al teatro Crebeg di Bergamo, teatro Colosseo di Torino, al teatro Giovanni da Udine, al teatro Manzoni di Bologna, al teatro Astra di Schio (Vi), al teatro Augusteo di Napoli, al teatro Rossini di Civitanova Marche, al teatro Ponchielli di Cremona, al teatro Filarmonico di Verona, al teatro Corso di Mestre, al teatro Verdi di Firenze e al teatro La Fenice di Senigallia per concludere il 28 febbraio per l'ultima data del tour.

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