Tutto quel che non funziona nelle serie televisive degli anni Dieci è colpa di un equivoco degli anni Trenta (del secolo precedente). Quelli in cui una certa Katharine Hepburn commissionò Scandalo a Filadelfia, la pièce con cui sarebbe diventata Katharine Hepburn (incidentalmente, Scandalo a Filadelfia è anche la più perfetta commedia romantica di sempre – ma non divaghiamo).
Al commediografo, Hepburn diede indicazioni precise per quella protagonista: falla come me, ma verso la fine falla ammorbidire. Già allora circolava la più tenace delle leggende: che il pubblico le stronze non le voglia. Che abbia bisogno di empatizzare. Che non si possano mettere in scena protagoniste sgradevoli, unlikable (l'aggettivo più usato, nelle recensioni di House of Cards, per indicare Claire Underwood). È un mistero come, negli stessi anni, abbiano avuto l'ardire di produrre un film con protagonista Rossella O'Hara, che fino all'ultima scena restava reginetta di tutte le stronze capricciose e non s'ammorbidiva mai.
In Girlfriends' Guide To Divorce la fase “prima dell'ammorbidente” dura metà della prima puntata. Una promettentissima mezz'ora, in cui compare persino Carrie Fisher, nel ruolo dell'editrice stronza; la protagonista dice che il marito vuole dirigere un suo film indie, e lei risponde che non è un lavoro: anche il cameriere che le sta servendo vuol fare il regista indipendente. La protagonista è una tizia che firma manuali di auto-aiuto (le Girlfriends' Guide, appunto, davvero esistenti e scritte – fuori dalla tv – da un'ex coniglietta di Playboy. Forse è un omaggio all'immaginario erotico maschile la totale implausibilità con cui sullo schermo l'autrice, sola in casa in una giornata in cui deve scrivere e non ci riesce, veste jeans skinny e tacchi a spillo). È in crisi col marito (donna di successo sposa artista velleitario: ricetta per il disastro), ma non si vuole separare; lui sì, e ha pure una fidanzata giovane (nessun cliché ci sarà risparmiato), mentre lei si limita a sextare uno con cui finirà a letto qualche puntata più tardi e il tutto non sarà neanche vagamente all'altezza delle aspettative (ve l'ho detto: tutti i cliché in offerta speciale).
Poi ci sono le amiche, separate anche loro (una mantiene l'ex disoccupato e la sua costosa dominatrix; l'altra dall'ex si fa mantenere e ci va ancora a letto). Il fratello gay tanto sensibile. La mamma invadente. Naturalmente, perché il parco-cliché sia completo, occorre l'ammorbidente: sono tutti pieni di buon cuore. Nessuno è davvero unlikable. Forse per quello Carrie Fisher scompare dopo la puntata pilota, avendo preferito andare a interpretare la madre di lui in Catastrophe, serie inglese su una gravidanza per sbaglio in cui sono tutti favolosamente sgradevoli: sapeva che in GG2D avrebbero ceduto all'ammorbidente tutti. Cede l'amica avvocatessa che per qualche puntata c'illude d'essere interessata solo alla carriera e che non gliene freghi niente dei figli (sarebbe stata l'idea più rivoluzionaria vista in una serie televisiva dai tempi in cui gli autori di Murphy Brown la fecero diventare una madre single): molla il lavoro, si rimette con quel fallito dell'ex, si trasferisce in provincia. Cede l'amica frivola, che tra un'orgia e l'altra in realtà era tanto di buoni sentimenti e ancora innamorata dell'ex. E cede la protagonista, naturalmente, che non dà i due ceffoni che meriterebbe a cuore di mamma adolescente femmina – che si fa venire crisi isteriche con ogni pretesto ed è di una maleducazione da spedirla in collegio – né invoca Erode per cuore di mamma maschio in età prescolare, che le rovescia un frullato sul computer e dice che è stato l'amico immaginario.
Sono sicura che ci sia stato un tempo in cui le serie televisive non avevano bisogno dell'espediente «ragazzini maleducatissimi servono a svelarci i protagonisti come fragili e affettuosi, e a far loro riconsiderare le giuste priorità e i veri valori». Poi dev'essere successo qualcosa (forse il calo della natalità e la convinzione che, anche se teppista, un figlio sia comunque un bene raro): adesso non c'è serie – The Leftovers, Homeland, The Good Wife, Scandal, The Affair, Louie, The Americans – che ci risparmi questo trucco. Chissà se saranno riprodotte e in balìa della prole anche le protagoniste di Divorce, prossima serie Hbo con Sarah Jessica Parker, sulla carta identica a GG2D (che invece va su Bravo, finora rete di reality). Chissà se resteranno solo Frank e Claire Underwood, ad aver avuto il buonsenso di non riprodursi.
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