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Verdena, il tour per il nuovo album Endkadenz Volume 1

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Verdena, il tour per il nuovo album Endkadenz Volume 1

Per l'uscita di Endkadenz Vol. 2 si dovrà aspettare l'estate 2015 intanto l'attenzione è tutta rivolta al Vol. 1 del nuovo album dei Verdena finalmente in tour per l'Italia.

Per la band bergamasca fioccano i sould out e dopo le tappe di Rimini e di Milano i biglietti sono andati a ruba anche per le date a Roma e a Catania. Alla line up storica - Roberta Sammarelli (basso, tastiere e cori), Alberto Ferrari (voce, chitarra, pianoforte, tastiere) e Luca Ferrari (batteria, percussioni, synth e cori) – si unisce, a gennaio 2015, il tournista Giuseppe Chiara; ma al mix manca Davide Perucchini, sound engineer. A fare da spalla sono i Jennifer Gentle un gruppo rock psichedelico che ipnotizza il pubblico con la doppia ristampa di “I am you are” e “Funny creature lane”.

Sul palco dell'Alcatraz a Milano i Verdena entrano immensi per consumarsi finalmente sul desiderio dei fan che aspettavano l'incontro con la rock band dal 2011, anno di nascita dell'album Wow. Il Volume 1 dei Verdena è un tripudio ferino di amplificatori e riff sopra un rullo battente. Roberta con la sua “padella” Rickenbacker che porge un memento di kim Gordon allo Studio 54 trasforma il basso elettrico in una fascia muscolare del suo corpo attraverso cui emana tutta la potenza del suono. I momenti ludici tra la band sono tanti e arrivano già con il primo pezzo “Ho una fissa” per continuare il viaggio tra canzoni rock trasversale, ballate e chitarre distorte dal ritmo felpato e inquieto come in “Nevischio” che spinge a sgolarsi cantando “senza un fine non riesco a stare”.

Per i Verdena Endkadenz è una sintesi musicale che si spinge sulle tracce di Battisti in una versione sparata di “Vivere di Conseguenza” fino a fiutare le orme dei Dinosaur Jr in “Nevischio” e toccare l'apice del grunge puro e della psichedelia in “Puzzle” per sfumare nella ballata “Alieni fra di noi”.

Sembra di attraversare un'era galattica dall'uscita, nel 1999, del primo album omonimo prodotto da Giorgio Canali dei CCCP e da quella dell'album “Solo un grande sasso” prodotto da Manuel Agnelli nel 2001 e registrato nelle Officine Meccaniche da Mario Pagani (PFM). Ma è con l'autoproduzione di un'intimissima ricerca del sound che per i Verdena, dunque, arriva la piena indipendenza. Finalmente nel 2007 con il disco “Requiem” la band nello studio della madre e loro - HenHouse il Pollaio Ferrari - iniziano ad autoprodursi.

Endkadenz Vol. 1 e 2 sono due cd ricavati dalla sottrazione di una gigantesca mole di materiale musicale: dovevano essere 12 cd da 33 brani l'uno ma finora sono nati “solo” due dischi da 13 brani interamente scritti dai Verdena in sala prove dove per il batterista Luca Ferrari “partendo da sperimentazioni synth è arrivata la svolta con il suono pulito del pianoforte che ha aperto un altro mondo”.

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