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Danza

Con «Le jeune homme et la Mort» torna Alessandra Ferri. All'Opera di Firenze

C'è chi dice addio e chi ritorna. Chi esce di scena e chi, ripensandoci, rientra. Se Sylvie Guillem è pronta a celebrare l'annunciato abbandono del palcoscenico all'età di 49 anni (e ancora in piena forma), con un tour mondiale (iniziando da Modena il 31 marzo) che durerà tutto l'anno, la nostra cinquantaduenne Alessandra Ferri sembra intenzionata a proseguire, da protagonista, nella sua carriera di ballerina lasciata clamorosamente nel 2007, ma ripresa in sordina la scorsa estate al festival di Spoleto.

La sua più recente apparizione è stata all'Opera di Firenze (e prossimamente, con un altro titolo, la vedremo a Parma, Modena, Cremona, e a Roma nella cavea dell'Auditorium Parco della Musica il 30 luglio con “Evolution”) nel breve balletto “Le jeune homme et la mort”, la celebre coreografia che rese famoso l'allora poco più che ventenne Roland Petit e la moglie Zizi Jeanmarie, prima interprete. Balletto–simbolo dell'esistenzialismo francese del Dopoguerra, ricavato da un soggetto di Jean Cocteau scritto proprio per Petit, ha avuto grandi e mitici interpreti a cominciare da Babilé nel 1946, a Nureyev in un film per la televisione, a Baryshnikov, Ivan Vasiliev, Roberto Bolle, Yonah Acosta, fino a Luigi Bonino, supervisore della coreografia. Il mimodramma descrive la disperazione di un giovane artista solitario, attanagliato da un'angoscia e una noia esistenziale, che, sedotto dalla Morte, incarnata da una glaciale fanciulla vestita di giallo e con guanti neri, con la quale ingaggia una lotta avvincente, finisce per impiccarsi prima che questa torni sotto altre sembianze – in elegante abito bianco lungo, guanti rossi, e una maschera sul volto – per prenderselo e volare via attraverso i comignoli di una Parigi notturna, in cui campeggia l'insegna pubblicitaria della Citroen.

La scena è un disordinato atelier parigino con quadri, un letto, un tavolo e le immancabili sedie care a Petit. Sulla partitura di una “Passacaglia in do minore” di Bach il ragazzo, vestito con una salopette blu, si dà anima e corpo all'estrema visitatrice che inizialmente appare nobile e fiera. Di vibrante partecipazione fisica ed emotiva sono stati i due interpreti: Denis Cherevychkosa, primo ballerino del Balletto dell'Opera di Vienna, che ha saputo rendere con l'intensa espressività del movimento disarticolato e morbido, brusco e suadente, quel “mal de vivre” che è, insieme, infelicità e sentimento estremo; e la Ferri, dominatrice spietata dell'uomo, di una bellezza oggi più morbida e una maggiore consapevolezza di sé, che, ancora carismatica per presenza scenica, conferma come l'età è solo uno stato mentale e la maturità può regalare nuove sfumature a un'arte come la danza che sempre più ha ormai spostato i propri limiti.

“Le jeune homme et la mort”, balletto di Roland Petit, ripreso da Luigi Bonino, soggetto di Jean Cocteau, musica di Johann Sebastian Bach, interpreti: Alessandra Ferri e Yonah Acosta, e Denys Cherevychko, scene Georges Wakhévitch, costumi Barbara Karisnka, luci Jean-Michel Désiré. A Firenze, Teatro Opera.

www.operadifirenze.it

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