Cultura

Trattato su un fallimento amoroso

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Trattato su un fallimento amoroso

  • –di Annalena Benini

La crisi di un matrimonio può nascere per mille segretissimi o sfacciati motivi (il dentifricio schiacciato al centro, un'altra donna, l'impressione spaventosa di avere accanto uno sconosciuto, i figli, i non figli, il disamore, la vita intera) e in mille segretissimi o sfacciatissimi modi a volte si risolve, si acquatta in un angolo, oppure, come in questo caso, diventa un libro.

Un trattato un po' angosciante sul sesso con gli sconosciuti, che una quarantenne giornalista di San Francisco, sposata e senza figli, ha scelto e negoziato con il marito come metodo per salvare il matrimonio e ritrovare se stessi e la passione. Non è chiaro se sia nata prima l'idea del sesso compulsivo con buzzurri incontrati su internet o quella di farne un libro, ma c'è qualcosa di tremendamente falso in una storia che, già nel titolo, contiene la parola “progetto”: The Wild Oats Project: One Woman's Midlife Quest for Passion at Any Cost. Nora Ephron scopriva i ripetuti tradimenti di Carl Bernstein (il giornalista del Watergate, padre dei suoi figli) e pensava mentre piangeva: «Un giorno questa sarà una storia da raccontare». Affari di cuore, poi, è diventato molto di più di una storia da raccontare, è diventata la storia di tutti i fallimenti amorosi, e Meryl Streep ha prestato a Nora Ephron le sue lacrime.

Bestseller per vendetta
Ma in The Wild Oats Project, Robin Rinaldi ha deciso la storia, e i suoi dettagli, ancora prima che le accadesse, prima di caderci dentro. Donna in carriera all'inizio molto indecisa sulla questione mamma o non mamma, sposata a solido uomo del Midwest contrario ai bambini, a un certo punto della sua vita ha cambiato idea e ha sperato in un figlio che cambiasse quella routine, quel rapporto, che riempisse il vuoto. «Volevo un figlio, ma soltanto con lui», ha detto, «Lui non voleva un figlio, ma voleva stare con me». Non è stato possibile dimenticarsi la pillola, bucare i preservativi, ubriacare e ingannare l'uomo del Midwest, perché la contrarietà ai neonati l'ha portato a pretendere e pagare una vasectomia, senza rimpianti.
È stato allora che qualcosa è cambiato, e Robin Rinaldi ha scelto contemporaneamente di scrivere un libro che avesse le caratteristiche di un best-seller e vendicarsi di quel marito ottuso e sterilizzato. «Mi rifiuto di andare nella tomba senza figli e con solo quattro amanti. Se non posso avere una cosa, devo avere almeno l'altra». Il senso è: o spingo una carrozzina al parco e parlo con le altri madri di liste d'attesa per asili internazionali, oppure mi faccio legare da un tizio conosciuto online, sennò la mia vita non ha senso. «Per scoprire me stessa e la mia anima». Non per sempre, non un matrimonio aperto al vento del mondo fuori, ma un esperimento di un anno, una specie di sabbatico, e soltanto nei giorni feriali. L'accordo prevedeva infatti: dal lunedì al venerdì, mai con amici comuni, mai in condizioni non sicure, mai con coinvolgimenti sentimentali. Il weekend ci si ritrovava davanti al caminetto a lavorare sul matrimonio in crisi.

Orge infrasettimanali
«Brava ragazza all'inizio dei quaranta cerca uomini single trentacinque-quarantenni per esplorare la propria sessualità». I cinquantenni sono esclusi dall'esperimento sessuale, che vorrebbe avere molto a che fare con la libertà, con la scoperta e il superamento delle proprie mancanze, e anche con l'anima. Il Washington Post ha scritto che è il tentativo di infilare Cinquanta sfumature di grigio in Mangia prega ama, e unire quindi, moltiplicandole, le possibilità di successo. Brava ragazza in crisi esistenziale non sa più chi è né che cosa vuole quindi gradirebbe qualche orgia infrasettimanale con persone gentili e igienicamente corrette. «Volevo dirgli di scoparmi forte, ma non mi uscivano le parole di bocca». È uno dei drammi di una buona educazione cattolica o ha a piuttosto a che fare con un'infanzia infelice? E se fosse più facile diventare lesbiche? E questo tizio in mutande in piedi davanti a me, non è troppo orribile perfino per un esperimento scientifico? È difficile pensare che l'incontro scandito dai giorni lavorativi con gente con cui noi andremmo mai al cinema possa davvero salvarci dalla crisi dei quarant'anni e riconsegnarci felici, appagate, dimagrite per l'intensa attività e sorridenti per il gran numero di orgasmi insperati, a un marito fiero della propria vasectomia. Lui nel frattempo, come in un film scritto male, ha violato la regola numero tre e si è fidanzato stabilmente con una ragazza conosciuta in chat. Mentre Robin ha deciso di non usare il preservativo con un collega durante un convegno, violando le regole rimanenti e scoprendo che in genere i guaritori, i mistici, gli studenti di spiritualità orientale, gli studiosi di femminismo, hanno bisogno del suono dei tamburi tribali per liberare l'energia sessuale.

«Se l'esasperazione provocasse l'orgasmo», ha scritto qualcuno, «questo libro sarebbe portentoso». Perché dentro l'idea antica del piccolo scandalo, moglie borghese in cerca di diversivi, che fa venire in mente vecchissimi e innocenti film con Edwige Fenech, c'è il cliché new age della verità dell'anima, tutti uniformi nel loro anticonformismo, e parole come “ribellione”, “empatia”, “scoperta”. Anche “tentativo elaborato di spezzare le catene dell'amore”, “ricerca di spermatozoi freschi”. Ma solo dal lunedì al venerdì, e in condizioni di sicurezza: come un esperimento da laboratorio, come i criceti che scoprono il male di vivere e il clitoride, tutto insieme. La cosa più straziante, dentro questo trattato su sesso e spiritualità con sconosciuti, è la dedica. Dedicato a Ruby, il nome che l'autrice avrebbe desiderato per la bambina che non ha avuto. «Non c'è nessun bambino, c'è invece il libro che avete fra le mani». E una specie di confessione finale, l'accettazione dell'infelicità. «Dormire con un sacco di ragazzi serve a farmi sentire meglio sul mio letto di morte. Se avessi figli e nipoti intorno al mio letto di morte, non avrei bisogno di tutto questo. I bambini sono la prova che hai vissuto». The Wild Oats Project voleva essere il manifesto di una femminista che esce di casa, si libera (parzialmente) dalla gabbia del matrimonio e trova il godimento e la verità che le spetta, invece è ancora il lamento di una donna non libera: la sua vita ha senso solo attraverso la maternità, oppure il sesso (e non sempre i rimorchiati online sono all'altezza delle promesse). Il marito, almeno, le ha confessato di avere pianto ogni notte, mentre lei usciva a caccia “di spermatozoi freschi”. Pur di trovare un senso a questa storia.

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