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La realtà scomoda della nuova oggettività

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MOSTRE/venezia

La realtà scomoda della nuova oggettività

Il regime nazista li inserì nella lista dei pittori “degenerati” e molte delle loro opere andarono distrutte, vendute o disperse. Ma i pittori della cosiddetta “Nuova Oggettività” furono i veri testimoni e gli interpreti, tra il 1919 e il 1933, del primo tentativo di democrazia della storia tedesca.

La storia e le opere di questi artisti tedeschi, rappresentanti delle tendenze dominanti della Repubblica di Weimar, ci viene raccontata oggi in una mostra di grande respiro allestita al Museo Correr di Venezia, organizzata dal Los Angeles County Museum of Art (LACMA) in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e con 24 Ore Cultura.

“Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar. 1919 - 1933” apre uno spiraglio interessante su uno spaccato del nostro passato recente. Il baratro che si apre dopo la prima guerra mondiale davanti alla Germania sconfitta, segna profondamente una intera generazione di artisti - molti dei quali hanno combattuto al fronte – e li spinge a cercare un nuovo modo di rappresentare la realtà. Dopo quanto è successo sui campi di battaglia europei, l'arte non è più un mezzo per esprimere la salvezza, diventa piuttosto il luogo in cui l'angoscia, lo spaesamento, il vuoto di orizzonti e di obiettivi prende forma. In quei quattordici anni intensi e complessi che portano dal disastro della guerra al dramma della dittatura, un gruppo di artisti tedeschi che pure non si raccoglie sotto l'egida di un manifesto collettivo, tenta di interpretare la realtà con una pittura talmente oggettiva che incide come un bisturi, asettica fino all'imbarazzo in una descrizione priva di sentimenti, grottesca o aggressiva.

Tra le 140 opere esposte spiccano i nomi di Otto Dix, George Grosz, Christian Schad, August Sander e Max Beckmann, a fianco di artisti meno noti ma non meno interessanti tra cui Hans Finsler, Georg Schrimpf, Carl Grossberg e Aenne Biermann. Industrializzazione spinta, sviluppo tecnologico rapido, ascesa della borghesia post-bellica si scontrano con la disoccupazione dilagante, la corruzione della politica, la prostituzione, il mercato nero, l'estremismo. Gli artisti del nuovo realismo ritraggono tutto questo ostentando un distacco dietro al quale si cela la sospensione del giudizio etico sul periodo storico.

In ciascuna delle cinque sezioni tematiche in cui la mostra è suddivisa, l'allestimento riserva un continuo confronto tra pittura, grafica e fotografia, secondo il volere della curatrice Stephanie Barron (senior curator del LACMA) che è stata affiancata da Gabriella Belli, Direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia.
La rassegna sulla “Nuova Oggettività” ha avuto una lunga gestazione e dopo oltre sei anni di studi approfonditi, porta in dote un prezioso catalogo ricco di contributi scientifici di valore, che contribuisce a collocare la Nuova Oggettività nella più ampia storia del realismo.
La mostra rimarrà al Museo Correr di Venezia fino al 30 agosto 2015 per poi sbarcare ad ottobre al LACMA a Los Angeles, e sarà la più ampia e esauriente mai organizzata negli Stati Uniti sulle tendenze artistiche della Repubblica di Weimar.

NUOVA OGGETTIVITÀ. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar 1919 - 1933
Venezia, Museo Correr, Piazza San Marco
Fino al 30 Agosto 2015
a cura di Stephanie Barron

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