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Massacro di coppia in «Chi ha paura di Virginia Woolf?»

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TEATRO MENOTTI MILANO

Massacro di coppia in «Chi ha paura di Virginia Woolf?»

“E' l'alba, la festa è finita”. La semplice battuta chiude il violento gioco al massacro consumato in una notte fra due coppie dell'alta borghesia americana. I quattro protagonisti si ritrovano al mattino, disfatti e provati da un incubo che nella lunga notte ha dissotterrato le loro miserie personali e coniugali. Una prova molto impegnativa quella di Arturo Cirillo, regista e anche interprete del dramma di Edward Albee “Chi ha paura di Virginia Woolf?”, che ha accuratamente evitato scivolate banali costruendo invece un dramma potente e allo stesso tempo ruvido e inquietante come i suoi personaggi.

Una battaglia della psiche, che non ha vinti né vincitori e dove i carnefici e le vittime si scambiano i ruoli in un intreccio che a volte si aggroviglia e a volte apparentemente si placa. Emerge la forte fisicità della brava protagonista, Milvia Marigliano, immersa ampiamente nel personaggio di Martha, la figlia del rettore dell'Università, donna volubile e infelice, che annega il suo disagio esistenziale in fiumi di alcool, non disdegnando distrazioni di carattere sessuale, inesorabilmente deludenti. La sua voce graffia, sfida violentemente il marito: “eccomi adesso appiccicata a questo disastro, uno della facoltà di Storia….io… la figlia del preside..”.

Ma a condurre il diabolico intreccio è lui, George, che si muove con disinvoltura fra gli insulti e le provocazioni della moglie, rilanciando e sfidando con sadismo i due giovani testimoni della loro disfatta di coppia. Cirillo avanza ingobbito verso un affondo finale, alternando rabbia e orgoglio di uomo consumato dalle sue stesse insoddisfazioni, impugna senza indugio le miserie dell'altra coppia e ne disvela gli aspetti tragici fino a scatenare il dramma, quasi a voler proiettare sulla coppia di indifesi testimoni tutto l'astio e l'odio che cova in sé. Lo spettacolo non è certo lieve e facilmente digeribile, Cirillo non si è risparmiato nell'accentuarne i toni e se ne arguisce un intenso e duro lavoro di preparazione con il gruppo di attori.

Oltre alla Marigliano, la coppia giovane (Honey e Nick) è interpretata da Valentina Picello e Edoardo Ribatto, entrambi convincenti nel ruolo di ingenua ma non proprio innocente coppia, unita all'origine da una gravidanza isterica della gracile e malaticcia Honey che ad un certo punto del gioco al massacro si trasforma in belva urlando “violenza, violenza” per incitare George e Martha a dilaniarsi a suon di accuse. La laboriosa messa in scena di Cirillo è ben distante (grazie al cielo!) dalle prime rappresentazioni teatrali del dramma di Albee, soprattutto dalle atmosfere del film di Mike Nichols con la coppia Taylor-Burton (1966). Una messa in scena molto intensa, che chiama gli attori ad un considerevole sforzo. Uno sforzo che saprà cogliere i suoi frutti, vista anche la risposta del pubblico alla ‘prima' di Milano.

di Edward Albee
con Milvia Marigliano, Valentina Picello, Arturo Cirillo, Edoardo Ribatto
regia Arturo Cirillo
produzione TieffeTeatro
Fino al 24 maggio al Teatro Menotti di Milano

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