Cultura

Il Festival di Cannes si apre in tono minore con «La tête haute»

  • Abbonati
  • Accedi
cinema

Il Festival di Cannes si apre in tono minore con «La tête haute»

Apertura in sordina per il Festival di Cannes 2015: «La tête haute» di Emmanuelle Bercot, titolo inaugurale della 68ª edizione della kermesse francese, ha deluso le aspettative della vigilia.

Stessa sorte capitata negli ultimi due anni ai primi film presentati a Cannes, «Il grande Gatsby» di Baz Luhrmann e «Grace di Monaco» di Olivier Dahan, accolti con pochi applausi, qualche fischio e tantissimi sbadigli.

Inserito fuori concorso, «La tête haute» (il titolo significa “a testa alta”) ha per protagonista Malony, un adolescente tormentato finito nel vortice della delinquenza giovanile.

Proveranno ad aiutarlo, e a riportarlo sulla retta via, un giudice (Catherine Deneuve) e un assistente sociale (Benoît Magimel).

Più nota come attrice che come regista, soprattutto in Italia dove i suoi film sono rimasti praticamente “invisibili”, Emmanuelle Bercot, parigina classe 1967, ha firmato il suo quarto lungometraggio per il grande schermo, dopo «Clément», «Backstage» ed «Elle s'en va», ma è anche tra gli autori della pellicola a episodi «Gli infedeli».

Con «La tête haute» punta su un classico racconto di formazione, in cui un ragazzo è chiamato a ritrovare quella fiducia negli adulti che aveva perso molto tempo prima.
La regista francese tiene la macchina da presa costantemente vicino al volto del protagonista, cercando di catturarne le emozioni, le inquietudini e le paure.

Se il lavoro psicologico sul personaggio principale è efficace, manca del tutto un disegno d'insieme degno di un'apertura del Festival di Cannes: le figure di contorno sono macchiette poco approfondite e le svolte narrative piuttosto prevedibili.

Una storia del genere avrebbe avuto bisogno di freschezza e spontaneità, e invece la sceneggiatura è troppo studiata a tavolino e le sequenze retoriche non mancano (la storia d'amore tra il protagonista e la figlia di una sua “insegnante”; l'incidente automobilistico con a bordo il fratellino più piccolo).

Il ritmo, quantomeno, non è male e non ci sono reali momenti di stanca nel corso delle quasi due ore di durata. Impensabile, però, che possa bastare a rendere avvincente un prodotto che, più di ogni altra cosa, risulta innocuo e, a tratti, fin insignificante.
Deneuve e Magimel sottotono, mentre s'impegna il più possibile l'intenso esordiente Rod Paradot nei panni del protagonista Malony.

© Riproduzione riservata