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Al via a Cagliari il Festival di Filosofia: Caino e Abele tra memoria e…

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fino al 17 maggio

Al via a Cagliari il Festival di Filosofia: Caino e Abele tra memoria e catarsi, sulle sponde del Mediterraneo

CAGLIARI - Quattro giorni di dialoghi e dibattiti, di letture, testimonianze, rifflessioni. E accanto, seguendo un ritmo complementare, tanti eventi non stop che spaziano dal teatro alla danza, dall’arte contemporanea alle performance, in una prospettiva culturale a 360 gradi. Sullo sfondo c’è lo scenario del Mediterraneo, con quanto sta accadendo a due passi da noi, sotto i nostri occhi.

“L'infinito fratricidio. Capire il male: storia, memoria, catarsi”: è questo il tema del Festival di Filosofia 2015, al via oggi a Cagliari fino a domenica 17 maggio. Una kermesse a cura di Roberta De Monticelli e Pierluigi Lecis e organizzata dal Teatro di Sardegna - divenuto quest'anno Teatro di Rilevante interesse culturale -, in collaborazione con l'Università degli studi di Cagliari.

«Al centro del Festival di quest'anno è la tremenda realtà della guerra - spiega Roberta De Monticelli -. In primo luogo la guerra civile, interna, nera sorella della guerra non fraterna. Entrambe, fin dagli inizi del pensiero umano sono il tema per eccellenza: come è cominciato tutto? Come nascono le opere e i giorni, l'ordine della vita civile, come implodono le civiltà, trasformando l'umano nell'orrore?». E soprattutto: «Come si può sciogliere la catena della vendetta e della ritorsione, che pure ha origine dalla stessa radice della vita e dell'amore?».

In primis, ecco dunque al via una serie di dialoghi sul concetto di “conflitto”, affrontati da filosofi, pensatori, esponenti del mondo della cultura. A Cagliari, dal 14 al 17 maggio, Moni Ovadia, Remo Bodei, Massimo Campanini, Benedetta Tobagi, Simona Forti, Franco Cardini saranno in dialogo con Luca Foschi, Wasim Dahmash, Gabriella Baptist, Paola Piras, Elisabetta Cattanei e Roberta De Monticelli.

Il leitmotiv del Mediterraneo
Base operativa del Festival è il Teatro Massimo di Cagliari, che in questo mese, fino al 24 maggio si trasforma in un luogo di pensiero e scambio interculturale sul tema del “Mediterraneo”, inteso come spazio geografico e al tempo stesso categoria culturale, e della “Mediterraneità”, intesa come opportunità di congiungimento fra molteplici diversità. Inoltre, per tutto il mese di maggio, i luoghi del Massimo saranno allestiti con le installazioni a tema di Campidarte e Occupy W.C. di Marcello Simeone.

Lo “specchio teatrale” del Festival
In questi quattro giorni, inoltre, va in scena al Teatro Massimo lo spettacolo teatrale “Incendi”, del giovane autore libanese Wajdi Mouawad: il lavoro diventa una sorta di “specchio teatrale” del Festival, ed è al tempo stesso il suo motivo ispiratore.

Un testo intenso, dove passato e presente si mescolano nelle vicende di due fratelli gemelli alla continua ricerca delle proprie radici e che Mouawad ambienta nel Libano della guerra civile, tra profughi e miliziani.

«Sempre una questione di fratelli, come Caino e Abele e Romolo e Remo - spiega Roberta De Monticelli - . La guerra civile è sempre la stessa dovunque e in ogni tempo. Ma la prima lezione è che non c'è idea senza storia vissuta (o ricordata). O, come dice Mouawad, non c'è
teatro /specchio del mondo senza Storia e senza storie. Senza racconto e
memoria».

Si tratta di produzione firmata Sardegna Teatro: la traduzione del testo è affidata a Caterina Gozzi, la regia è di Guido De Monticelli. In scena Maria Grazia Bodio, Lia Careddu, Agnese Fois, Corrado Giannetti, Paolo Meloni, Marta Proietti Orzella, Cesare Saliu, Giorgia Senesi, Marco Spiga, Maria Grazia Sughi, Leonardo Tomasi, Luigi Tontoranelli.

Accanto a «Incendi», anche altre due nuove produzioni di Sardegna Teatro: “Soglie” (tratto da “La via del pepe” di Massimo Carlotto, regia di Marco Sanna, una storia di naufragi e speranze con la musica di Mauro Palmas) e “Morte Araba - la genesi”,
spettacolo di danza di Maurizio Saiu, sui temi della diversità e della morte.

Il giorno della Nakba
Venerdì 15 maggio ricorre l'anniversario del grande esodo dei palestinesi del 1948. Per ricordarlo, una giornata dedicata alla Palestina in collaborazione con l'Associazione Sardegna Palestina, nella quale saranno proposti documentari, l'ultima delle letture in avvicinamento al Festival di Filosofia in collaborazione con l'Associazione studentesca Athena e “The Gaza monologues” progetto di Ashtar Theatre, gruppo di adolescenti della striscia di Gaza.

Performance
Il “Mediterraneo” invade anche altri spazi cagliaritani, in collaborazione con la Galleria d'arte - Musei Civici di Cagliari, e fino al 17 maggio porta a Palazzo di città l'installazione - performance “The Pixelated revolution” dell’artista visuale libanese Rabih Mroue. Il 16 maggio alle ore 18.30 “Shadow Double” di Nezatek Ekici, performer turca che mette il linguaggio del video al centro delle sue performance.

Il progetto Sardegna Teatro
Il Teatro stabile di Sardegna, organizzatore della kermesse, si trasforma in Teatro di Rilevante Interesse Culturale e dà vita al progetto Sardegna Teatro attraverso un percorso triennale che vede tra i compagni di viaggio Is Mascareddas, il coreografo Maurizio Saiu e una vasta rete di operatori della Sardegna.

«Il Teatro di Sardegna sceglie, forte di questa nuova visione, di trasformare la sua azione in una “fabbrica del rischio” - spiega Maria Grazia Sughi, presidente del Teatro di Rilevante Interesse Culturale -: un luogo in cui il rischio si capovolge in opportunità».

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