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L'Aterballetto di Michele Di Stefano è un paesaggio di corpi…

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L'Aterballetto di Michele Di Stefano è un paesaggio di corpi virtuosistici

“Upper-East-Side”, una delle ultime creazioni per la compagnia emiliana a firma di Michele Di Stefano, presentata a Fabbrica Europa in un unica serata che comprendeva anche “e-ink”, e, di Cristina Rizzo, “Tempesta/The spirit”, s'inserisce nella dinamica trasformazione del repertorio di Aterballetto già avviata da Cristina Bozzolini con un'attenzione non solo a nomi stranieri ma anche, vivaddio, a quelli nazionali.

Leone d'argento alla Biennale Danza 2014, appassionato di fisica, di romanzi d'avventura, di cultura scientifica, e con una laurea in letteratura tedesca, Di Stefano ha alle spalle un passato da musicista punk, e si è avvicinato alla danza per curiosità intellettuale. Da sempre a ispirare la sua ricerca sono i temi legati a un discorso sul pensiero geografico, su una mappatura dove la figura del turista (vedi “Il giro del mondo in 80 giorni”, “Grand tour”, Impressions d'Afrique”, “Robinson”), per lui rappresenta la necessità di attraversamento e di visita di un luogo, la scena, sentendosi in qualche modo inopportuni. Tema ossessivo, si direbbe, visto il continuo riferimento che nutre le sue creazioni. Che nascono dall'incontro con i corpi in sala, dalle posture fisiche che essi sperimentano in relazione all'oggetto che si sta costruendo. L'orientamento posturale, che poi diventa anche nucleo di partenza di un linguaggio dove la possibilità di costruire qualcosa implica, in un certo senso, la perdita della propria posizione di mobilità, determina anche le scelte di contenuto. Dinamiche attivate nell'incontro e nello spazio, che ritroviamo in “Upper-East-Side”.

Nata lo scorso anno dopo un lavoro di tre settimane con i generosi danzatori, la coreografia accorda estetiche e tecniche contemporanee, e non solo, diverse - si ravvisano Cunningham e Forsythe - in un amalgama tipico dell'artista romano, che organizza movimenti e azioni dinamiche nello spazio seguendo un ritmo di entrate e uscite, di accelerazioni e sfaldamenti, di composizioni e ricomposizioni. Sulle musiche originali di Lorenzo Bianchi Hoesch il risultato è un'architettura di danza con una gamma di variabili senza soluzione, una continuità di movimenti dei danzatori co-creatori, tutti eccellenti, in cui ciascuno esplora la propria collocazione fisica e geografica. Dopo i singoli ingressi si presentano in fila indiana, subito spezzata. Ciascuno dei nove interpreti esegue un suo assolo accostato con quello gli altri, ma senza interagire tra di loro. Solo verso il finale si accennano a duetti sparsi e a terzetti eseguiti contemporaneamente in cui, toccandosi, l'uno interrompe l'evoluzione del partner, e, afferrandolo, lo conduce fuori dalla scena per ricomparire in una identica sequenza. Sono linee e schegge gestuali sempre ampie, declinate velocemente o bloccate in pose subito pronte a nuovi rapidi frammenti da setacciare e disegnare. Dove la danza vive come condizione ambientale ed esplorativa. Per costruire un paesaggio.

Un mondo totalmente diverso, surreale, è il secondo brano “e-ink”, creazione d'esordio della compagnia Mk risalente a quindici anni fa, ora riallestita nell'ambito del Progetto Ric.ci - curato da Marinella Guatterini - che rimonta alcune importanti coreografie d'autore italiane degli anni Ottanta-Novanta. Danzata dai bravissimi, e duttili, Philippe Kratz e Damiano Artale di Aterballetto (al debutto erano lo stesso Di Stefano e Biagio Caravano) la breve e giocosa coreografia vede due buffe figure vestite di bianco e con la lettera E scritta sulla loro maglietta che sembrano fuoriusciti da un cartoon, alle prese con un divertente rimpallo di movimenti continui. Molleggiati ed elastici, scattosi, ironici negli sketch, i due saltellano, s'incurvano, si imitano, si rincorrono, vibrano di onde elettriche e di sussulti creando una ricca dinamica coreografica basata sul contrasto tra precisione e spaesamento. Un vero godimento.

“Upper-East-Side”, coreografia Michele Di Stefano, musica Lorenzo Bianchi Hoesch, luci Carlo Cerri. “e-ink”, uno spettacolo di MK, riallestimento per Aterballetto, coreografia, luci e abiti Michele Di Stefano, musica Paolo Sinigaglia, produzione 2015 Mk, Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, Fabbrica Europa. “Tempesta/The spirit”, coreografia, ideazione e costumi Cristina Rizzo, musiche Autori Vari, consulenza sonora e mixage Spartaco Cortesi, luci Carlo Cerri. Alla Stazione Leopolda di Firenze per Fabbrica Europa, fino al 3 luglio.

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