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Le favole di Garrone e lo spettacolo di «Mad Max: Fury Road»

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Le favole di Garrone e lo spettacolo di «Mad Max: Fury Road»

Da Cannes alle sale italiane: il film più atteso del weekend è «Il racconto dei racconti» di Matteo Garrone, che esce nei nostri cinema in contemporanea con la presentazione alla kermesse francese. Stessa sorte per «Mad Max: Fury Road» di George Miller. Tra le novità anche «Calvario» di John Michael McDonagh.

Dopo gli splendidi «Gomorra» e «Reality», Garrone firma un progetto ancor più ambizioso adattando tre fiabe de «Lo cunto de li cunti» di Giambattista Basile, autore campano nato nel 1566: oggi troppo dimenticato, Basile influenzò sia Perrault che i celebri fratelli Grimm.

Lungometraggio a dir poco inusuale per il panorama italiano contemporaneo, il film alterna le tre storie («La regina», «La pulce», «Le due vecchie») con buon equilibrio, dando vita a un coraggioso immaginario fantasy costellato di re e regine, draghi e mostri terribili, orchi e principesse in pericolo.

Notevolissimo per le location scelte e per buona parte degli effetti speciali (realizzati spesso artigianalmente, sfruttando al meglio il budget di 12 milioni di dollari), il film porta avanti un'interessante riflessione sul tema del potere e su quali conseguenze ne possano derivare.

L'apparato visivo è di pregevole fattura (tra i riferimenti anche la pittura di Goya) ma, dopo una prima parte folgorante, la pellicola perde qualche colpo con l'approssimarsi della conclusione e il risultato finale è meno significativo di quanto avrebbe potuto essere: le potenzialità erano altissime e la sensazione è quella di trovarsi davanti a un capolavoro mancato. Con qualche accorgimento in più e qualche caduta di stile in meno, sarebbe stata un'opera memorabile. In ogni caso da non perdere, anche perché il cast è in splendida forma: sorprendente Salma Hayek, efficace Vincent Cassel, magistrale Toby Jones.

Dalla Croisette arriva anche «Mad Max: Fury Road» di George Miller, reboot della trilogia cult diretta dallo stesso Miller e composta da «Interceptor» (1979), «Interceptor – Il guerriero della strada» (1981) e «Mad Max – Oltre la sfera del tuono» (1985).

Ambientato in un futuro distopico, il film racconta l'incontro tra Max (Tom Hardy) e Furiosa (Charlize Theron), donna guerriera che sta cercando di attraversare un immenso deserto.

Uniranno le forze per combattere il tirannico “Immortan Joe”, capo di un regno totalitario dove l'acqua è il bene più prezioso.

La sceneggiatura è prevedibile e pretestuosa, ma lo spettacolo è straordinario: il ritmo altissimo, gli effetti visivi stupefacenti e il sonoro impeccabile. Il risultato è un film che fa bene il suo dovere, dotato di alcune sequenze sorprendenti (la tempesta di sabbia, in primis). Imperdibile per ogni fan dell'action che si rispetti.

Convince a metà, infine, «Calvario» di John Michael McDonagh con Brendan Gleeson.
L'attore interpreta un sacerdote di una piccola cittadina irlandese. Un giorno, durante una confessione, viene minacciato di morte e la sua vita improvvisamente cambierà.
Al suo secondo lungometraggio dopo «Un poliziotto da happy hour», McDonagh conferma un discreto talento e mette in scena una storia avvincente e ricca di tematiche importanti: dalla religione alla vendetta, dalla giustizia a un passato impossibile da dimenticare.
A volte il regista fatica a dosare i tanti ingredienti a disposizione, ma riesce comunque a coinvolgere fino alla fine grazie a un soggetto di grande interesse (seppur troppo studiato a tavolino) e all'ottima performance del sempre intenso Brendan Gleeson.

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