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L’arte in giardino

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LONDRA

L’arte in giardino

LONDRA - Il giardino è il luogo dove uomo e natura si incontrano. Può essere un posto solitario di contemplazione o un luogo d'incontro e di festa, uno spazio privato dove fare studi botanici o una vetrina che mette in mostra il potere e la ricchezza del padrone di casa. Il ruolo e l'aspetto dei giardini sono cambiati nel tempo, fedelmente seguiti nella loro evoluzione dall'occhio, dalla matita e dal pennello degli artisti.
La mostra ‘Painting Paradise: the art of the garden', alla Queen's Gallery a Buckingham Palace esplora i tanti modi in cui gli artisti nei secoli hanno riprodotto, celebrato o immaginato i giardini. Attingendo alla immensa collezione reale britannica, la mostra spazia dalle miniature indiane ai grandi quadri a olio del periodo barocco, dai manoscritti illuminati medioevali agli studi botanici di Leonardo da Vinci.

Il titolo della mostra ricorda le parole di Lorenzo de' Medici, che aveva scritto: “Il paradiso non è nulla di più di un piacevolissimo giardino, con un'abbondanza di cose belle e deliziose, di alberi, mele, fiori, acqua che scorre, uccellini che cantano, tutte le cose che il cuore dell'uomo sogna.” Un bel ritratto di Franciabigio del 1523 mostra Jacopo Cennini, giardiniere capo dei Medici, circondato dagli attrezzi del mestiere: è il primo ritratto di un giardiniere nella storia dell'arte, e viene presentato come uomo di grande dignità e importanza.

Uno dei più spettacolari quadri della mostra è Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden, di Jan Brueghel il Vecchio. Dipinto nel 1615, è un bosco ricco di flora e fauna, reale e immaginaria, dove piante, alberi e animali sono i protagonisti mentre i due esseri umani sono relegati sullo sfondo, insignificanti a confronto degli splendori della natura.

Fino al Cinquecento i giardini nell'arte erano immaginari. Il quadro La famiglia di Enrico VIII, del 1545, è il primo esempio di rappresentazione di un giardino vero nell'arte britannica. Il re aveva una passione per i giardini e nella mostra si può osservare la sua copia annotata del 1490 del Ruralia Commoda, il primo manuale di giardinaggio, scritto in latino.

Dal Rinascimento in poi i giardini diventano degli status symbol, in cui ogni pergolato, siepe o fiore, ma anche laghetto, cascata, fontana, statua e serra serviva a riflettere l'importanza del casato.

Nel Seicento i giardini formali diventano dei capolavori di immensa complessità, e i Re si fanno concorrenza anche su questo, come dimostrano i grandi quadri del 1702 dei giardini di Versailles e di quelli di Hampton Court.

Nell'Ottocento i giardini si ridimensionano, diventando un ampliamento della casa, simbolo della serenità domestica. Cosí voleva la regina Vittoria, appassionata di fiori, che volle comparire in molti quadri con marito, figli e cani, e sullo sfondo i suoi diversi giardini. L'amore per i fiori e le piante fa sbocciare l'arte di trasferirli su piatti, stoffe, arazzi, gioielli, orologi e oggetti per la casa. Carl Fabergé nel 1900 crea delicati e realistici fiori di oro, smalto e pietre preziose. Qui la mostra si ferma, ma l'arte dei giardini continua a evolversi.

Painting Paradise: The Art of the Garden
Fino all'11 ottobre 2015
The Queen's Gallery, Buckingham Palace
www.royalcollection.org.uk

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