Cultura

Il folk di Jackson Browne e la chitarra di Mark Knopfler

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MUSICA dal vivo

Il folk di Jackson Browne e la chitarra di Mark Knopfler

Prima e seconda metà degli anni Settanta, Coast to Coast. Da un lato l'estro compositivo di Jackson Browne, tra i più ispirati folk singer della scena californiana degli Early Seventies, dall'altro Mark Knopfler con la sua cristallina classe chitarristica che, a partire dalla nativa Glasgow, ha influenzato intere generazioni di musicisti grazie al successo mondiale dei Dire Straits.

È senza dubbio questo il più affascinante incrocio proposto dalla settimana della musica dal vivo. Browne sarà impegnato in quattro date italiane, prima all'Auditorium Parco della Musica di Roma (24 maggio), poi all'Auditorium Manzoni di Bologna (25 maggio), al Teatro Sociale di Como (27 maggio) e ancora al Colosseo di Torino (28 maggio). Nel suo live act estratti di «Standing in the Breach», suo ultimo album datato 2014, ma ovviamente ampio risalto ai primi sei capitoli della sua discografia, dall'omonimo datato 1972 a «Lawyers in love» (1980), bestseller internazionali che lo hanno reso un punto di riferimento del panorama folk a stelle e strisce, senza disdegnare incursioni in territorio pop.

Spazio in scalette per must del suo songbook come «The Pretender», «Running on Empty» e la più recente «The Barricades of Heaven». Torna sullo Stivale anche Knopfler con un concerto il 28 maggio al Forum di Assago, antipasto delle ulteriori tre date programmate per luglio prossimo tra Piemonte, Lazio e Toscana. È il tour di «Tracker», suo ottavo album solista uscito a marzo scorso, ma chi ha il biglietto in tasca non aspetta altro che «Sultans of Swing», «Romeo and Juliet» e «Telegraph Road», superclassici dei Dire Straits che stazionano ormai stabilmente nelle scalette dei suoi live act.

Chi ama ballare a Milano, il 28 maggio, avrà a disposizione piazza Duomo con il celeberrimo producer francese Bob Sinclar. La settimana della musica dal vivo offre in ogni caso anche artisti parecchio lontani dai territori del mainstream. È il caso di Elliott Murphy, cantautore, romanziere e giornalista americano che farà scalo al Castello Visconteo di Pagazzano, in provincia di Bergamo, il 22 maggio, al Teatro Comunale di Dozza (Bologna) il 23 maggio e al Modero di Vigevano (Pavia) il 24 maggio. Ultimamente ha destrutturato il suo disco d'esordio «Aquashow» (1972) con il progetto «Aquashow Deconstructed».

Arriva poi il chitarrista australiano Hugo Race, già membro dei Bad Seeds del grande Nick Cave, stavolta impegnato nel «Lone Spirit Tour» al Godot di Avellino (22 maggio), al Cratere di Ercolano (23 maggio), al Mumble Rumble di Salerno (24 maggio), alle Mura di Roma (25 maggio), alla Chiesa della Maddalena di Terni (26 maggio), al Doppio Malto di Cecina in provincia di Livorno (27 maggio) e all'Officina delle Ferrovie di Torino (28 maggio). Di nuovo nel nostro Paese la voce soul di Sarah Jane Morris in duo con Antonio Forcione al Teatro Trifiletti di Milazzo (Messina) il 26 maggio, al Jolly di Palermo il 27, all'Abc di Catania il 28, poi con Elisabetta Serio al Nabilah di Napoli il 29. A chi ama l'alternative rock consigliamo le esibizioni al Tunnel di Milano dei danesi Mew (27 maggio), capaci di miscelare atmosfere progressive e space, e degli americani Foxygen (28 maggio), con il loro caratteristico stile garage pop.

Allontanandoci dal territorio del rock, non mancano i mostri sacri. Ecco per esempio Hugh Masekela con la sua leggendaria tromba prima al Teatro Asioli di Correggio (Reggio Emilia) il 28 maggio, poi tra gli artisti di punta Torino Jazz Festival (29 maggio). Al Blue Note di Milano, in ultimo, due doppie date (28 e 29 maggio) con The Original Blues Brothers. Divertimento garantito.

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