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Convince a metà «Youth - La giovinezza» di Sorrentino

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Convince a metà «Youth - La giovinezza» di Sorrentino

Ha già diviso il Festival di Cannes e ora si prepara a far discutere anche il pubblico italiano: «Youth – La giovinezza» di Paolo Sorrentino è, indubbiamente, il titolo più atteso del weekend in sala.

In uscita anche «Tomorrowland» di Brad Bird e «The Lazarus Effect» di David Gelb.
Ambientato in un albergo in Svizzera, «Youth – La giovinezza» ha per protagonisti due ottantenni, un direttore d'orchestra (Michael Caine) e un regista ancora desideroso di realizzare film (Harvey Keitel). Durante il soggiorno, ripenseranno al loro passato, giudicheranno la vita dei loro figli e faranno amicizia con altri ospiti dell'hotel.

Dopo lo straordinario successo de «La grande bellezza», premiato con l'Oscar come miglior film straniero, Sorrentino firma una pellicola profondamente diversa dalle sue precedenti, ancora incentrata sull'importanza del tempo che passa, ma forte di nuove riflessioni, inerenti in particolare alla creazione artistica e alle dinamiche familiari.
Notevole dal punto di vista visivo (la fotografia è firmata da Luca Bigazzi), il film è attraversato da sequenze magistrali e da momenti di forte impatto emotivo: peccato, però, che a livello complessivo ci siano diverse scene di stanca, alcune ingenuità narrative e un ritmo un po' altalenante.

Il cast però è in ottima forma e, in ogni caso, è un film da vedere, che non lascerà indifferenti.
Più innocuo è «Tomorrowland» di Brad Bird con George Clooney.
L'attore interpreta Frank, un ex enfant prodige ormai privo di speranze, che conosce Casey, un'adolescente curiosa e ottimista. Insieme partiranno per una pericolosa missione alla ricerca di “Tomorrowland”, una misteriosa dimensione che si trova in un altro tempo e in un altro spazio.

Forte di una prima parte notevole e valorizzata da un ottimo senso dello spettacolo, «Tomorrowland» getta le basi per un prodotto significativo. Purtroppo, però, col passare dei minuti le premesse vengono disattese a causa di un copione che si fa macchinoso e incapace di mantenere quel senso di meraviglia creato inizialmente.
Brad Bird, già regista di «Ratatouille» e «Mission Impossible – Protocollo fantasma», fa quel che può ma l'inconsistente sceneggiatura di Lindelof impedisce al film di restare con coerenza sui giusti binari.

Anche George Clooney sembra crederci solo in parte.
Infine, una menzione negativa per il pessimo horror «The Lazarus Effect», storia di un gruppo di ricercatori che scopre la formula per ridare la vita ai morti.
Gli esperimenti però sono segreti, non autorizzati e finiranno per essere impediti dalle autorità… almeno per qualche tempo.

Pellicola grossolana, «The Lazarus Effect» non riesce mai a emozionare o colpire, inquietare o far riflettere.
Il regista David Gelb fatica a tenere le redini del suo lavoro e il risultato è un lungometraggio inadeguato e noioso.

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