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Il sapore socratico dell’Etica di Abelardo

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Il sapore socratico dell’Etica di Abelardo

Circolano innumerevoli etiche nel nostro tempo. Si direbbe che ce n'è una per ogni necessità e, all'occorrenza, se ne possono inventare alla bisogna. Questa materia, che fu cara ad Aristotele ed ebbe in Socrate il sommo sacerdote, per dirla in soldoni sembra colpita da una sorta di inflazione filosofica. Per dimenticare i problemi del presente, è il caso di ricordare che l'etica è essenziale per vivere oltre che per pensare e i testi classici ad essa dedicati si devono sempre rileggere; anzi, è questo il tempo in cui rimeditarli si rivela proficuo come non mai. Per tali motivi e per altri ancora, segnaliamo la nuova traduzione dell'”Etica” di Pietro Abelardo che Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri ha da poco pubblicato nelle edizioni Mimesis (pp. 164, euro 14).

Il titolo originale “Ethica seu liber dictus scito te ipsum”, “Etica, ovvero il libro detto ‘conosci te stesso'”, ha un sapore socratico. E' un'opera che ricorda il ruolo centrale dell'interiorità nell'analisi del problema morale.

La curatrice e traduttrice è tra le più illustri studiose delle idee dell'età di mezzo che l'Italia abbia avuto (ricordiamo, dei molti suoi libri, una sua “Storia della filosofia medievale” e “Il pensiero politico medievale”, entrambi editi da Laterza); inoltre Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri è la specialista di Abelardo per eccellenza di questi ultimi anni. La traduzione dell'”Etica”, dedicata a Mario Dal Pra (suo maestro e a sua volta studioso ed editore di Abelardo), è un atto di omaggio commovente in un mondo in cui l'università sta vivendo una fase agonica, l'editoria non sta meglio e la riflessione sulle opere importanti dell'Occidente – almeno in Italia - non ha alcun motivo per rallegrarsi.

Abelardo visse tra il 1079 e il 1142 ma è un autore con notevoli intuizioni, utili anche a noi. La curatrice scrive tra l'altro nell'ampia premessa che precede traduzione e testo latino: “Insieme agli scritti di logica, a mio parere, l''Ethica' è il lavoro più filosofico di Abelardo proprio per la scelta iniziale della ragione come criterio per l'indagine sulle definizioni dei concetti fondamentali dell'etica (peccato, voluntas, penitenza) appartenenti alla morale cristiana ma analizzati da un punto di vista filosofico e sovente più precisamente logico”.

Opera nata da un corso di lezioni dirette a studenti, con qualche elaborazione del “magister” che le trascriveva in una Parigi di mille anni fa, l'”Etica” sorprende al di là delle ripetizioni e di qualche pagina che richiede conoscenze filosofiche e bibliche (il testo è comunque ben annotato). Alcuni passaggi colpiscono il lettore contemporaneo. Per fare un esempio, tra i tanti possibili, riportiamo una frase (non a caso è posta sulla quarta di copertina): “Il bene o il male non stanno nell'azione ma nell'intenzione che l'uomo dà alla propria azione. Niente può macchiare l'anima se non ciò che proviene dall'anima stessa”.
Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri ripropone l'”Etica” di Abelardo in italiano dopo una quarantina d'anni. L'ultima traduzione apparve nel 1976, curata appunto da Mario Dal Pra, in una collana di classici della filosofia pubblicata dalla (compianta) editrice La Nuova Italia.

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