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Resistere per esistere. Un dance-concert per la protesta di Giulio…

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Resistere per esistere. Un dance-concert per la protesta di Giulio D'Anna

Le creazioni di Giulio D'Anna partono sempre da un tema, da una drammaturgia in progress, dal bisogno di raccontare qualcosa da tradurre poi in danza (come le complesse dinamiche sentimentali della Generazione Erasmus di “Ooooooo”, o la relazione di un vero padre e suo figlio per raccontarsi attraverso il corpo, in “Parkin'son”). Il danzatore e coreografo marchigiano residente in Olanda e attivo in Europa, si definisce un “danzastorie”. E il termine gli si addice. Nella sua ultima creazione “R_esistere” - titolo che include le due parole resistere e esistere – andato in scena in prima nazionale a Fabbrica Europa, esplorando emozioni e paure affronta il tema della rivolta, della protesta, quella che muove il singolo e le masse di sempre, di qualsiasi epoca e luogo, della violenza e della rabbia che essa contiene al di là dei pregiudizi sociali e politici. Spirito di ribellione, di battaglia, che è insito nell'essere umano, prendendo a prestito, all'inizio, alcuni passaggi, declamati fuori campo, del discorso di Chaplin nel finale del film “Il grande dittatore” dove, alla retorica del potere subentra il bisogno di umanità, di gentilezza e di bontà, invocando la fratellanza universale. “Tutti combattiamo per o contro qualcosa. È possibile pensare alla nostra battaglia come fonte di entusiasmo?”, sostiene D'Anna. Definito da lui stesso un “dance-concert” – e all'inizio sembra di essere in una discoteca, con musica techno e movenze da pista - lo spettacolo ondeggia tra l'energia di un concerto rock e quella trattenuta di un'interiorità di movimenti, di una tessitura scenica lieve, con sequenze nitide, sempre dinamiche, che si sciolgono in una fisicità robusta, di gruppo, continuamente in evoluzione, scandita dal vociare di folla, da grida di piazza, da applausi, alternati a momenti di calma e di suoni lievi. È un danza di battiti di piedi all'unisono, di braccia alzate e inneggianti, di mani aperte, di pugni chiusi, di corpi issati in alto, protèsi in avanti, fagocitati, che si aggregano per venire scalati ed emergere quasi alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. E di assembramenti, di intrecci di corpi, di catene di braccia che legano e rinforzano i danzatori, di espulsioni dal gruppo e dal territorio – un pavimento di quadrati luminosi che si attivano, insieme ai suoni, coi colpi e i passaggi dei danzatori -, di rientri nella mucchio, di t-shirt alzate che bloccano le braccia, di denudamenti per duetti a terra, abbarbicati, e sulle spalle. Un ritmo costante, a tratti ossessivo, scandisce questa sorta di catartico rituale collettivo dove c'è l'individuo oppresso e quello vulnerabile, il forte e il debole, il trascinatore che incita le folle agli angoli della scena, il fiancheggiatore, il succube, sempre all'interno di una composizione coreografica rigorosa, dove, volutamente, non si distingue se questi corpi ballano o protestano. Di sicuro non si arrenderanno mai e continueranno a credere in un futuro migliore. A far sentire le loro voci. A non farsi ridurre in schiavitù.

R-esistere”, concept e direzione Giulio D'Anna, composizione musicale Maarten Bokslag e Tom Nestelaar, set design Jasper Van Roden, prodotto e sostenuto da: Dansateliers, Nederlandse Dansdagen, Amsterdams Fonds voor de Kunst, C/O, Prins Bernhard Cultuurfonds/ Fonds Danceworks Rotterdam, SNS Reaal, Versiliadanza, Fondazione Fabbrica Europa, AMAT e Giulio D'Anna/Stichting Gillen. A Firenze, Cantiere Florida per Fabbrica Europa.
www.fabbricaeuropa.net

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