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L'“Extremalism” del corpo, di Emio Greco, moltiplicato…

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Danza

L'“Extremalism” del corpo, di Emio Greco, moltiplicato su trenta danzatori

Le figure nere, anonime, senza volto, ricorrenti in molti spettacoli di Emio Greco, li ritroviamo anche qui, a sipario aperto, aggirarsi, e poi dileguarsi. Sono dei propulsori di vitalità, attivatori di quello che andrà a generarsi fisicamente sul palcoscenico vuoto dove, in alto, incombe una sorta di lampadario di anelli luminosi concatenati ruotante su se stesso. L'installazione di Henk Stallinga, rappresentante il globo terrestre, nello sviluppo dello spettacolo sembra rimandare anche ad una navicella spaziale, a un monolite, forse anche a un dio, a una mente creatrice che, abbassandosi, alzandosi, piegandosi e inglobando dentro i performer, genera energia e spirito, determinando i loro movimenti, il flusso delle loro esistenze. È un'umanità un po' sperduta e un po' alienata, in rivolta, destabilizzata, in continuo mutamento, in ricerca, che contiene il passato, il presente e il futuro questa di “Extremalism”, la nuova, potente creazione del coreografo brindisino naturalizzato ad Amsterdam, creatore insieme a Pieter C. Scholten di una compagnia di fama, ed ora entrambi alla guida del Ballet National de Marseille (quello di Roland Petit).

Con la nuova formazione il duo festeggia vent'anni di sodalizio artistico con una summa della loro grammatica che guarda al passato, al presente, al futuro, e, nei trenta elementi (inclusi i sei danzatori dell'ICKamsterdam) ne moltiplica la sintassi. Un linguaggio nervoso, scalpitante come i passi di un cavallo pronto alla corsa, scosso da posture estreme spesso ripetute, da fremiti elettrici, dai piedi in relevè, con le braccia e i corpi allungati, le teste ondulanti o rivolte in alto: quel graffio di danza denominato “estremalism” (termine derivato dalla contrazione di “estremo” e “minimalismo”), coniato dal duo di creatori come aspirazione coreografica tesa a esaltare sino all'estremo tutte le potenzialità del fisico dei danzatori. Sui loro corpi bagnati da una luce calda, il coreografo imprime un estremalismo fisico vorticoso, battente, dal respiro sincronico, che genera una danza ad alto voltaggio.

Senza tregua. Delle tre scansioni temporali il passato è rappresentato da preziose maschere di stoffa di fattura artigianale vagamente Maya, indossate inizialmente da un gruppo e, in ultimo, solo da una figura androgina che le vestono l'abito, emblema di una memoria ancestrale. C'è un salto temporale in un tempo presente attestato dai corpi stremati e sotto assedio per sovrappopolazione, per fame, per abbondanza, per digitalizzazione; e in un tempo futuro, nel mutare di pelle - dal nero a tuniche color carne, a seminudità – in cui la massa, diversa nelle singolarità, nel continuo mulinare di braccia, di lenti avanzamenti, di lunghi equilibri su una gamba, si muove e si articola compatta. Battaglia, vacilla, cede; atterrata si rialza, reagisce, riprende il cammino, l'insurrezione, le conquiste. Intreccia relazioni, si schiera, si fronteggia in due gruppi, si divide, si riunisce, si incoraggia applaudendosi, si asservisce. Il rigore strutturale di questi corpi tesi allo spasimo come archi, è dentro una partitura elettronica avvolgente: suoni metallici, ritmi meccanici, risonanze sospese, canti angelici, fragori fulminei, vaghi fruscii, e, improvvisa, una melodia di Vivaldi a rompere il tessuto sonoro, subito riconnesso alla musica evocante un tempo senza epoche. Segue un lungo silenzio in cui i danzatori si fermano a guardarci, muovendosi tremolanti mentre ruotano i piedi. Una dinamica drammaturgica battente che culmina nel canto finale dell'androgino attorno al quale si riuniscono i danzatori, mentre il globo scendendo a terra li racchiude all'interno.

“Extremalism”, ideazione e coreografia Emio Greco e Pieter C. Scholten, drammaturgia Jesse Vanhoeck, scultura di luce Henk Stallinga, sound design Pieter C. Scholten, musica Valgeir Sigurdsson, luci Henk Danner, costumi Clifford Portier. Produzione Ballet National de Marseille, ICKamsterdam, in coproduzione con Holland Festival, Festival Montpellier Danse 2015, Maison de la Culture D'Amiens. Debutto nazionale al Teatro Mercadante per il Napoli Teatro Festival Italia.

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