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A Milano Slash il meglio di sé lo tira fuori dal cilindro del suo passato

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A Milano Slash il meglio di sé lo tira fuori dal cilindro del suo passato

Il concerto di Slash ieri sera al Summer Festival di Assago è stata l'ennesima conferma di come il passato ingombrante dei grandi artisti spesso incida sull'affluenza di pubblico, che era davvero sparuto e si perdeva nel vuoto della grande arena. Sarà che il suo nome pur di richiamo fa tornare in mente i Gun's' Roses sta di fatto che in attesa di un improbabile reunion quel passato continua a sovrastare la dignitosa produzione presente da artista solista accompagnato da Myles Kennedy and The Conspirators.

La riprova la si è ha avuta nel corso delle due ore tirate quando Slash, col suo inconfondibile stile , ha dato il benvenuto al passato attaccando con la chitarra Gibson Les Paul “Welcome to the Jungle”: solo allora c'è stato il primo vero boato della serata. Stessa scena più avanti sulle prime note di “Sweet child o' mine”, altra hit del repertorio Roses che segna il vertice di gradimento della serata. Eppure Slash si è dato da fare con assolo per nulla scontati alla vigilia, in sede di presentazione del concerto aveva detto che ultimamente nei concerti suona di meno in quanto “più concentrato ad ascoltare”: con “In Double Talkin'Jive” si è prodotto in un lungo virtuosismo latineggiante. Ma è servito solo per ribadire la fama di grande chitarrista, cosa risaputa, e conferma allo stesso tempo di non essere ancora allo stesso livello nella scrittura dei pezzi.

Anche l'attacco e il riff infuocato di “You're a lie”, il singolo portante di “Apocalyptic Love”del 2012, risente molto nello stile del sound dei Roses di “Appetite for Discruction” che risale a un quarto di secolo prima.

Niente da dire sulla voce originale e fascinosa del front man Kennedy, mentre non sono mancati dubbi quando alla sua lead più grave si affiancava quella più acuta del bassista Todd Kerns, anche lui meglio come solista in “Welcome to the Jungle. Le due voci insieme non sempre si amalgamavano e sembrava che non avessero feeling specie all'inizio di concerto.con i livelli di suono ancora sbilanciati.

Va segnalato che Slash, cosa insolita per lui, ha fatto timidamente sentire la sua voce proprio in brevi duetti con Todd Kerns, ben altra cosa rispetto a quando lascia cantare la sua Gibson da solo, tanto che sembra molto under rating la sua posizione in classifica tra i migliori chitarristi della storia del rock: “Rolling Stone” lo colloca solo al numero 65.

Mentre non vi è dubbio che oggi sulla scena delle lead guitar la sua, e quella di Jack White, sono in grado per stile e tecnica di non far rimpiangere altre più celebrate.Non è un caso che, complice il suo immancabile cilindro, Slash sia uno dei protagonisti di “Guitar Hero”: dunque un modello di riferimento per molti esordienti chitarristi che vogliono imitarne oltre allo stile anche la postura del corpo a tre quarti con la chitarra in verticale appoggiata sul ginocchio. Indubbiamente uno stile inconfondibile “dalla testa ai piedi” e molto imitato non solo dai giovani.

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