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Al Festival di Spoleto, Eleonora Abbagnato, e altre stelle, per…

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Danza

Al Festival di Spoleto, Eleonora Abbagnato, e altre stelle, per Roland Petit

Con un cambio di programma per l'improvviso forfait, causa infortunio, del ballerino Mathieu Ganio, e in sostituzione di due coreografie che lo avrebbero visto accanto alla sua partner Eleonora Abbagnato, la “Soirée Roland Petit” al Festival di Spoleto, ha permesso all'ètoile dell'Opéra de Paris, di interpretare per la prima volta un'altra delle coreografie storiche di Petit: “La rose malade”, un omaggio a Maja Pliseckaja, recentemente scomparsa, per la quale fu creata nel 1973.

Petit trasse ispirazione dal poemetto di William Blake “The marriage of Heaven and hell” dove viene esaltato il tema del dissolvimento, argomento che si addiceva alla sua creazione. E questa inizia proprio, a sipario aperto, con un brevissimo frammento del poema di Blake recitato dalla inconfondibile voce, registrata, di Petit. Sulla musica di Gustav Mahler, il celebre “Adagietto” noto soprattutto per il film di Visconti “Morte a Venezia”, “La rose malade” è un passo a due d'amore e di morte, appassionato e disperato, romantico e tormentato, in cui due destini si incrociano in un'atmosfera quasi di sogno. Una donna, una ballerina, si perde tra le braccia dell'uomo fin quasi a dimenticare e a smarrire la propria identità. Il suo corpo freme, langue, si abbandona dolcemente e, in slanci pieni di ardore si protende verso l'alto riprendendo vigore. Si apre in cerca di luce, mostra tutta la sua bellezza. Poi agita le braccia, fra quelle del partner che la sostiene e contiene, come fossero petali che pian piano si scollano dalla corolla. Languisce, impallidisce, e triste s'ammala e, senza più profumo, sfiorisce adagiandosi definitivamente. Coreografia di classicismo puro, ha trovato nella Abbagnato una struggente interpretazione, un'espressività personalissima nel volto e nel corpo sottile come uno stelo e di conturbante seduzione.

Il resto della serata, tutta dedicata al coreografo che ha “tenuta a battesimo” artisticamente la ballerina palermitana, ha visto in scena altri titoli celebri di Petit, tra cui l'immancabile “Le jeune homme et la mort”, creazione che rese famoso l'allora poco più che ventenne coreografo. Balletto simbolo dell'esistenzialismo francese del Dopoguerra, ricavato da un soggetto di Jean Cocteau scritto proprio per Petit, ha avuto grandi e mitici interpreti a cominciare da Babilé nel 1946. Il mimodramma descrive la disperazione di un giovane artista solitario (qui interpretato da Stéphane Bullion), attanagliato da un'angoscia e da una noia esistenziale, che, sedotto dalla Morte (Eleonora Abbagnato), incarnata da una glaciale fanciulla vestita di giallo e con guanti neri, con la quale ingaggia una lotta avvincente, finisce per impiccarsi prima che questa torni sotto altre sembianze in elegante abito bianco lungo, guanti rossi, e la maschera di un teschio che metterà sul viso di lui per prenderselo e condurlo via. Altro titolo “Arlesienne”, del 1974, sulla musica di Bizet, balletto ispirato al tema romantico di una passione che porta alla follia fino alla morte, interpretato dalla coppia Maria Yakovleva e Alessandro Riga. La ballerina russa, dal 2010 all'Opera di Vienna, conferisce tremori e palpiti al personaggio di Vivette che non riesce a fermare l'amato Frederi innamorato dell'ombra della “sua” Arlesiana. Il giovane infelice, dopo una danza travolgente segnata dalla pazzia, finirà col lanciarsi nel vuoto inseguito dal fantasma della sua mente. E Alessandro Riga, attualmente primo ballerino nella Compagnia Nazionale di Danza di Madrid, nel breve pas de deux, si dimostra, ancora una volta, interprete di grande intensità. Sempre la coppia Riga-Yakovleva hanno eseguito “Gymnopedie” da “Ma Pavlova”, del 1988, su musica di Eric Satie; Claudio Coviello e Nicoletta Manni, entrambi primi ballerini del Teatro alla Scala, un brano da “Notre Dame de Paris”, del 1965, su musica di Maurice Jarre; Marian Walter e Iana Salenko il passo a due de “Il pipistrello”, del 1979, su musica di Strauss jr., e “Thais”, sempre da “Ma Pavlova” su musica di Jules Massenet. Il finale in allegria, con “Cheek to cheek”, del 1977, su musica di Irving Berlin, con la Abbagnato in coppia con Luigi Bonino, danzatore storico di Petit e direttore artistico del suo repertorio, ancora in splendida forma. Coreografia eseguita infine da tutti i ballerini della serata trascinando gli applausi del numeroso pubblico del Teatro Romano.
“Soirée Roland Petit”, coreografie dal repertorio di Roland Petit. Programma a cura di Daniele Cipriani Entertainment con la consulenza di Luigi Bonino, luci Jean-Michel Dèsiré. Produzione di Daniele Cipriani Entertainment. Al 58 Festival dei Due Mondi di Spoleto.

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