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Nel weekend in sala colpisce «'71» di Yann Demange. Delude il…

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Nel weekend in sala colpisce «'71» di Yann Demange. Delude il nuovo «Terminator»

Un esordio da non perdere: nel weekend in sala svetta l'opera prima di Yann Demange, «'71», con protagonista Jack O'Connell.
In uscita anche (i deludenti) «Terminator Genisys» di Alan Taylor e «Il nemico invisibile» di Paul Schrader.
Presentato in concorso al Festival di Berlino 2014, «'71» (il titolo fa riferimento all'anno in cui è ambientato) trova finalmente spazio nei nostri cinema dopo aver vinto diversi premi in numerose kermesse internazionali.

Al centro c'è Gary, un soldato inglese inviato a Belfast per scortare la polizia dell'Ulster intenta a fare irruzione nelle case del quartiere cattolico in cerca di membri dell'IRA. Le cose, però, si mettono male molto presto: le strade s'infiammano e si riempiono di cattolici che attaccano i soldati. Questi fuggono, lasciando indietro Gary che, da quel momento, dovrà cavarsela da solo.

Thriller storico ad alta tensione, «'71» è un lungometraggio avvincente e ben diretto da un regista esordiente che sa già il fatto suo.
Cresciuto lavorando per la televisione, Demange detta alla perfezione i tempi di montaggio, dirige gli attori nel modo giusto e riesce a colpire a fondo grazie a uno stile frenetico e privo di momenti di stanca.
Una regia che sa appassionare e riesce, almeno in parte, a nascondere alcuni limiti che si possono riscontrare in qualche ridondanza di troppo e in alcuni passaggi meno coinvolgenti di altri. Intensa performance di Jack O'Connell, attore (abituato a interpretare ruoli da duro) che conferma il suo notevole talento.

Decisamente meno interessante è «Terminator Genisys» di Alan Taylor, quinto episodio della saga inaugurata da James Cameron nel 1984.
Ed è proprio nel 1984 che il sergente Reese viene spedito indietro nel tempo da John Connor per proteggere la leggendaria Sara Connor (madre dello stesso John) e cambiare il corso del futuro.

Prequel/reboot di cui non si sentiva alcun bisogno, «Terminator Genisys» è un'accozzaglia di personaggi e situazioni (già viste nelle pellicole precedenti) unite da un copione confuso e incoerente, che usa il pretesto dei viaggi nel tempo per avvalorare qualsiasi assurda scelta narrativa.

Se la sceneggiatura (firmata Patrick Lussier e Laeta Kalogridis) è grossolana, la regia non fa tanto di meglio: Taylor non regala alcun guizzo e, anzi, rischia di togliere ritmo a un prodotto che vive soltanto di azione ed effetti speciali.
I fan esulteranno per la ritrovata presenza di Schwarzenegger nella saga, ma di certo non può bastare.

Menzione altrettanto negativa per «Il nemico invisibile» di Paul Schrader con Nicolas Cage. L'attore interpreta un agente della Cia che viene spinto verso un pensionamento anticipato. Ma il suo mortale nemico è ancora in libertà e s'imbarcherà in una pericolosa missione per riuscire a scovarlo.
Banale e prevedibile in tutte le sue parti, «Il nemico invisibile» è un lungometraggio semplicemente indifendibile, privo di un adeguato respiro cinematografico o di un qualsiasi elemento in grado di essere ricordato positivamente.

Nicolas Cage è svogliato e il resto del cast non fa di meglio. Il regista Paul Schrader ha persino disconosciuto il suo lavoro: nonostante sia firmato da lui, è, a suo dire, un film totalmente diverso da quello che aveva in testa inizialmente, rimontato e fin manomesso da un gruppo di produttori poco lungimiranti.

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