Manuel Palmiero mi fa il regalo più bello: «Ho la prova che quello che mi diceva direttore era giusto, a prescindere da tutto i sacrifici ripagano sempre, sapesse quante cose sono cambiate, tutte in meglio». Ricordo le parole di Manuel di un anno fa, cito a mente: «Sono uno studente specializzando di economia della Seconda Università degli Studi di Napoli, mi sono inventato con Skype una scuola di lezioni private e le garantisco che sono tanti, davvero tanti, gli studenti delle università private, quelle con il blasone e che io non mi posso permettere per motivi economici, a seguire i miei corsi, eppure alla fine la mia laurea varrà meno della loro.
Che dobbiamo fare? Ce ne ne dobbiamo andare e basta!». Avevo detto: «Puoi uscire dall'Italia, certo, ma per tornare poi più forte, vedrai però che anche in casa troverai la tua strada, la fatica e i sacrifici ripagano sempre». È stato così, nella terra dei fuochi, grazie a un'azienda che vive di mercato e ha dimostrato di saper scegliere e di investire sulla risorsa umana giusta, è successo alla «Laminazione Sottile» a Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta.
«Direttore, il mondo del lavoro mi ha rubato all'università, è accaduto per due volte in meno di un anno a casa mia, adesso ne sono sicuro, qui e fuori abbiamo il capitale umano per far ripartire questo Paese, dobbiamo credere di più in noi stessi».
Manuel si è rifatto vivo perché è uscito «nuovo Viaggio in Italia» edizioni best BUR (raccoglie i memorandum di questa rubrica dell'ultimo anno insieme a quelli di Viaggio in Italia dei due anni precedenti) e vuole farmi sapere che è felice per essersi ritrovato in questo racconto e, soprattutto, perché si sente «parte di questa comunità». Mi sono accorto così, quasi d'incanto, che il dialogo che si è aperto con i lettori della «Domenica» del Sole, attraverso questa rubrica, è forse qualcosa di più speciale di quanto pensassi e che, solo grazie a voi, posso provare con umiltà a restituire umori, pensieri nascosti, testa e sentimenti di un popolo di giovani e meno giovani che ha combattuto e continua a combattere una specie di terza guerra mondiale, non si rassegna a perderla, mette insieme ferite aperte e risveglio civile, paura e speranza, ma soprattutto voglia di riscatto, desiderio di ripartire nonostante tutto e contro tutto e tutti, capacità di fare e di non arrendersi mai.
Capisco quanto è forte il cemento che lega questa specialissima comunità da un epistolario così fitto e numeroso (colgo l'occasione per scusarmi se non riesco sempre a rispondere tempestivamente) e dalla testimonianza diretta di storie belle e tormenti veri di donne e uomini in carne e ossa: l'uscita del libro è stata l'occasione per risentirne tanti, rendersi conto di quanta strada si è fatta e di quanta ne resta da fare, per farmi capire che noi italiani abbiamo milioni di difetti, il peggiore dei quali è un cedimento, a tratti strutturale, a logiche corruttive e collusive dalle quali dobbiamo assolutamente liberarci in fretta, ma siamo gente tosta, abbiamo una generazione di imprenditori-eroi che vivono di mercato e hanno scelto il mondo per misurarsi con la concorrenza più spietata, abbiamo giovani dalle Dolomiti a Pantelleria che non li può fermare nessuno, perché sono bravi, continuano a credere in questo Paese, hanno “fame” e hanno dentro una voglia di fare che spiana la strada, permette di aggirare muri e macigni. «I sacrifici ripagano sempre, a prescindere da tutto», bravo Manuel, per averci creduto e per avermi dimostrato che è così.
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