Cultura

La passione degli insegnanti e la speranza dei giovani

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MEMORANDUM

La passione degli insegnanti e la speranza dei giovani

Caro direttore, sono certa che finché andremo alla ricerca di qualcosa, ci sarà sempre qualcosa per cui valga la pena ricercare. Guardo al prossimo anno scolastico come alla rinnovata opportunità per esplorare e provare a capire come contribuire a questo mondo, che ha sete della speranza dei giovani e che - basta leggere il suo Memorandum - si rispecchia nei volti delle persone che lo abitano. Penso a coloro che ogni giorno si impegnano per costruire il domani. Agli insegnanti appassionati, che sono il vero motore del mondo, e troppo spesso vengono sottovalutati. E a chi, come lei, non perde la speranza, ma sceglie di condividerla con chi, come me, ne ha bisogno per avventurarsi nella vita.

Ho pubblicato solo la parte finale di questa nuova lettera di Arianna che un anno fa, poco più che diciassettenne, era riuscita a sorprendermi per tante ragioni e torna a farlo ora regalandomi il senso di un dialogo che continua. Ricordo il racconto della sua delusione durante la visita al Palazzo Pubblico di Siena: «Sono rimasta senza parole davanti alla maestosità e all’espressività degli affreschi, ma anche davanti alla scarsa cura e consapevolezza del valore di questo patrimonio, l’accoglienza riservata agli ospiti a dir poco scortese e superficiale». Ricordo il consiglio, rivelatosi prezioso, della professoressa di latino, storia e geografia di leggere la Domenica del Sole e il piacere conquistato di sfogliare il “suo giornale” ogni settimana, nel giorno del riposo. Ricordo tante cose, la bellezza di essere innamorati del proprio Paese e del suo grande capitale di arte e di umanità, quella freschezza che mette insieme internet e la vecchia carta, l’amore per le cose belle, il gusto della fatica e la gioia di una scuola, il liceo Niccolò Rodolico a Galluzzo, in provincia di Firenze, dove chi insegna dialoga con gli alunni, trasferisce scienza e sintassi ma, soprattutto, trasporto e passione. Risento Arianna venerdì al telefono e mi fa subito sorridere: «Direttore, mi sono detta: l’ho combinata bella, non gliel’ho mai raccontato, ma sapesse quanti hanno sostenuto e scritto che mi ero inventata tutto, che la lettera era falsa, povera me! Invece, lei lo sa, era tutto vero». Le chiedo: che cosa è cambiato per te in quest’anno? «Ho capito che sono fortunata perché ho insegnanti preparati e appassionati, e ho capito che gli insegnanti in Italia sono sottovalutati, nessuno li calcola più, ma sono loro che prendono le decisioni del futuro, sono loro la spinta propulsiva del Paese». Arianna sa che ci sono «tantissime cose ancora da fare» se si vuole innovare ed è consapevole che bisogna partire dalla quotidianità, dalle piccole grandi cose della vita, ma ripete con convinzione che «senza speranza non ci si può avventurare nella vita» e che lei questa speranza non l’ha persa. Nei volti delle persone in carne e ossa che animano questo Memorandum, Arianna ritrova le ragioni della speranza e la voglia di costruire il suo futuro e di contribuire a cambiare il suo Paese. Noi in questa ragazza di diciotto anni che aspetta la domenica per leggere il “suo giornale” e ama la scuola e i suoi docenti, le neuroscienze e l’arte gotica, ritroviamo quella «speranza dei giovani » che nessuno può, per fortuna, fermare. Questi ragazzi così, quelli in casa e quelli fuori, donne e uomini, sono il capitale più importante del Paese, si smetta di sciuparlo, si torni a investire su di loro e lo si faccia in modo contagioso. Avremo delle sorprese. Belle.

roberto.napoletano@ilsole24ore.com

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