La sua danza è complessa. Per velocità spinta al massimo, per intrecci elaborati, per turbinio chiassoso di tutto il corpo. Affascinante per polifonia visiva, per infinite varianti, per estro instancabile. Un coreografare a pieno regime che richiede grande energia da parte dei danzatori.
Il greco Andonis Foniadakis, di formazione béjartiana, attivo dal 2003 a Lione, riceve senza sosta commissioni internazionali - Europa, Stati Uniti, Australia -, da quando alcuni anni fa cominciò la sua ascesa collezionando una serie di successi, tra cui vanno ricordati “Kosmos” per Les Ballets Jazz de Montreal, “Echo” per la Martha Graham Dance Company, “Orizzonti” per Cedar Lake Contemporary Ballet, il “Gloria” per il Ballet du Grand Theatre de Geneve. Di recente Francesco Ventriglia, ai tempi della direzione di Maggio Danza, gli commissionò, tre anni fa, una nuova creazione de “Les Noces” di Stravinskij. Chiamato ora da Cristina Bozzolini, eccolo nuovamente in attività in Italia a firmare una coreografia per Aterballetto. “Antitesi”, che ha debuttato in prima mondiale al Piccolo di Milano, e passata al Ravenna Festival, vede impegnata tutta la compagnia di Reggio Emilia in una composizione velocissima di quadri trattenuti e continuamente sciolti che creano sempre nuovi gruppi cinetici e scultorei, con cui Foniadakis spinge al massimo le potenzialità fisiche dei danzatori, con pericolosi urti dei corpi nell'impatto aggressivo che, solo brevemente, si placa.
Il gruppo si sgretola e si ricompone al ritmo vorticoso di entrate e uscite che producono combinazioni di terzetti, quartetti, e via di seguito, in diversi punti della scena; variazioni nelle luci bianche e violacee, con effetti di luci stroboscopiche; e differenze anche nei costumi di grigie gonnelline trasparenti e di bustini neri, alternati alla seminudità. Il tutto ad alta densità di gesti, movimenti, disarticolazioni, respiri, costruiti emozionalmente sulla dicotomia tra passato e presente, tra lentezza e velocità, tra maschile e femminile, e sul contrasto tra la musica barocca e quella contemporanea, in cui le note di Pergolesi, Scarlatti, Tartini, convivono e collidono con Giacinto Scelsi e Fausto Romitelli. “Antitesi” per il coreografo, “si nutre di antico e di attuale, nello spirito del “tutto presente in tempo reale”. Inizia al buio, con un assolo maschile e finisce con un altro al femminile. Stagliato su un fondale rosso, l'uomo tiene in mano un tubo al neon fatto roteare lungo il corpo a illuminarlo; mentre la donna, nel finale, tiene una sfera luminosa.
Il duetto pacato che ne segue è l'incontro e la fusione di due mondi, di due forme in contrasto dopo l'impazzimento di tutto l'ensemble in controluce. A lungo andare, per il ripetersi di sequenze, qualcosa si indebolisce nella costruzione e, soprattutto, pesa il vorticoso e inarrestabile flusso dei movimenti impedendo agli occhi un punto dove posarsi, dove poter guardare per catturare un frammento. Innegabile l'intelligenza compositiva di Foniadakis, ma meno frenesia, sicuramente voluta, nell'ordine e disordine, gioverebbe alla nostra fruizione della bellezza.
“Antitesi”coreografia Andonis Foniadakis, sound design Julien Tarrdie, costumi di Kristopher Millar & Lois Swandale, luci di Carlo Cerri. Al Ravenna Festival. In tournée.
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