Canottiera nera e pantaloni bianchi, gli uomini. Camicia bianca e gonne nere, le donne. Si presentano così, come atleti di una gara, di una prestazione da eseguire. Entrano in fila indiana, si allineano frontalmente, poi ai lati. E iniziano “la schiera”, che è l'avvio della nota pratica scenica di Emma Dante. Quell'andare avanti e indietro a ritmo sincronizzato, accompagnato da gesti e smorfie, lascia subito spazio al definirsi di figure che dalla fila si staccano per prendere consistenza.
Ecco per primi Atena e Nike chiedere udienza a Zeus - un culturista vanitoso intento a esibire i suoi muscoli - affinché prenda a cuore la situazione di Penelope e del figlio Telemaco la cui casa è infestata dai maleducati e rozzi Proci intenti a gozzovigliare e a dare sfogo ai loro volgari istinti e oscene pulsioni. Privi di pudore li vediamo infatti in pose sconce, sputare, ruttare e blaterare, salvo fermarsi quando ripresi e riportati momentaneamente a ripianificare le loro strategie per far decidere Penelope di sposare uno dei pretendenti e ottenere così il trono di Itaca. Nella scena successiva avanza il fragile e tenero Telemaco esortato da Atena a diventare uomo prendendo il comando della casa e partendo in cerca di notizie del padre.
Quindi, avvolta in un burka nero, fa il suo ingresso Penelope, contestata dalle serve ormai stufe di aspettare la sua lunga attesa del marito e vogliose di unirsi a quegli uomini grezzi. Il nuovo viaggio di Emma Dante è intorno alla figura di Ulisse, a quell'Odissea già indagata in “Io, Nessuno e Polifemo”, e ora diventata ulteriore materia di studio, e spettacolo, con i ventitré attori-allievi della scuola del Teatro Biondo da lei diretta, a conclusione del primo anno di corso. In “Odissea-Movimento n.1” c'è tutta la cifra stilistica dell'artista palermitana, a partire dal predominante dialetto siciliano alternato all'italiano; dalla parodia che caratterizza la messinscena tesa a demitizzare la saga dell'eroe omerico; e da quell'energia fisica profusa che non trova sosta anche nelle pose da fermi dei generosi e capaci interpreti, fino a trasformarsi in danza.
C'è soprattutto l'inventiva inesauribile della Dante che trasfigura oggetti e materiali in epifanie sceniche di grande forza visionaria. Come la celebre tela dell'inganno di Penelope: una lunghissimo e ampio nastro nero fatto scorrere dalle mani di tutto il gruppo scandendo il ritmo, che si trasforma prima in rete labirintica, poi in sudario di morte nella bellissima sequenza in cui tutta la stoffa copre il corpo di Penelope poi liberata dalla momentanea tomba dall'amato figlio; o, ancora, il mare ricreato da ampie strisce di carta con, dietro e in mezzo, giochi e tuffi di bagnanti in bikini; fogli trasformati quindi in lettere sulle quali Penelope detta alle serve di scrivere a Ulisse comunicandogli le sue ansie, le paure e la nostalgia che l'attanagliano.
Quando egli compare, ha la testa immersa in una bacinella d'acqua dalla quale riemerge e si rituffa mentre si intrattiene con la tentatrice Calipso che fa di tutto per sedurlo. Un duetto al quale pone fine l'arrivo di Ermete che le ordina, per volere di Zeus, di lasciarlo andare. Ulisse decide di partire al canto dei marinai che, riassestati in fila e con le braccia attaccate gli uni agli altri, remano ritmando i movimenti su una canzone dei Madredeus. E intanto tutti escono di scena, in attesa del proseguimento della storia che Emma ci riserverà prossimamente, della quale ci ha fatto intravedere, tra le pieghe ironiche, il fondo tragico, l'esperienza di trasformazione dell'essere umano. Ai bravissimi interpreti si deve anche una parte creativa, come alcune canzoni (“Rapimi la porta”, “TerrAmare”) e musiche da loro composte.
“Odissea – Movimento n.1, Studio”,
regia di Emma Dante con gli allievi della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo,
costumi Emma Dante,
luci Cristian Zucaro,
assistente ai costumi Italia Carroccio,
assistente alle coreografie Sandro Maria Campagna.
Produzione Teatro Biondo di Palermo.
Al Teatro di Villa Pantelleria, fino al 31/7.
Poi a Vicenza, il 26 e 27/9, per il 68° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico.
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