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Alieni travestiti da videogiochi per il curioso «Pixels»

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Alieni travestiti da videogiochi per il curioso «Pixels»

Chi si ricorda dei videogames degli anni Ottanta che riempivano le vecchie sale giochi? Sicuramente Chris Columbus, regista di «Pixels», film fantascientifico dal sapore nostalgico che tenterà di scalare la vetta del box office estivo.

In uscita questo weekend, è incentrato su una bizzarra e anticonvenzionale invasione extraterrestre: gli alieni fraintendono un filmato lanciato nello spazio dalla Terra, con protagonisti i personaggi dei videogiochi d'inizio anni Ottanta, scambiandolo per una dichiarazione di guerra. Per tutelarsi, saranno i primi ad attaccare e utilizzeranno delle versioni reali di quegli stessi giochi virtuali. L'unico uomo in grado di salvare il nostro pianeta sembra essere Brenner, un semplice installatore che da ragazzino era arrivato secondo a un campionato mondiale di videogames.

Ispirato a un bellissimo cortometraggio di Patrick Jean del 2010, da cui prende di peso tutte le idee migliori, «Pixels» è un progetto indubbiamente curioso e, a tratti, divertente. Nonostante abbia una struttura narrativa da tipico teen-movie hollywoodiano è, paradossalmente, un film pensato più per gli over 30 che per gli adolescenti di oggi: difficile che questi ultimi, infatti, possano conoscere alla perfezione le mosse di Centipede, emozionarsi di fronte a Pac-Man o ricordare la prima versione di Donkey Kong.
Pur dando vita a diverse sequenze spettacolari e a un apparato visivo decisamente anticonvenzionale, il film si perde nei momenti più statici, proponendo una stucchevole storia d'amore e affossandosi da solo con una serie di dialoghi fiacchi e battute che cadono nel vuoto.

L'assurdità del soggetto può anche passare, ma i risvolti di un copione prevedibile e politically correct in tutto e per tutto assolutamente no.
Pessima prova del protagonista Adam Sandler, che ormai gioca a fare la macchietta di se stesso. Ancor meno interessante è «Left Behind – La profezia» di Vic Armstrong con Nicolas Cage. L'attore interpreta un pilota d'aereo che, insieme ad altri sopravvissuti, dovrà affrontare una terribile catastrofe: improvvisamente, in tutto il mondo svaniscono milioni di persone e il caos inizia a prendere il sopravvento. La risposta a quello che sta succedendo potrebbe essere nelle sacre scritture.
È un nuovo adattamento della popolare e omonima serie di romanzi di Tim LaHaye e Jerry B. Jenskins, già portata sul grande schermo nel 2000 da Vic Sarin.

La resa, però, anche in questo caso è grossolana e patetica: Vic Armstrong non dirigeva lungometraggi da più di vent'anni, e si vede, mentre Nicolas Cage appare ingessato e svogliato dal primo all'ultimo minuto.
Ritmo basso, sceneggiatura inconsistente, montaggio scolastico: praticamente impossibile trovare qualcosa da salvare in un prodotto di questo tipo

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